Gesù a Dio Padre, “tu mi induci in tentazione!”
Ho letto tutta lunghissima spiegazione … anche ben fatta con
diversi riferimenti, ma devo dire che non sono d’accordo in alcuni punti …il link alla fine...
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“”Mt 6,13 che in Lc 11,4. Pur essendo le due versioni del Padre
Nostro diverse nei due vangeli, è sorprendente che la domanda "non
c'indurre in tentazione" sia invece identica nelle due distinte recensioni
della Preghiera del Signore: "καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς
πειρασμόν".”
-
Non sappiamo chi abbia tradotto i testi degli
evangelisti, quali intenzioni e quali filoni seguissero, cosa in realtà loro
stessi volessero trasmettere al mondo e cosa si volesse realmente far pensare. Si
sa che ogni persona ha un carattere diverso l’uno dall’altro e sappiamo che
ognuno ha un visione diversa anche interpretativa della scrittura, ognuno ha una
fede diversa, per quanto sia sempre la stessa, ma le idee sono diverse da
soggetto a soggetto e non si sa mai se ci siano altri intendimenti ed ordini
calati anche dall’alto.
“”Qui non si sta parlando di un piccolo
cambiamento, ma di metter
mano a correggere le poche sicure ipsissima
verba di Gesù che conosciamo. “”
-
Un amico che ha studiato greco antico dice è una lingua che per ogni frase ci possono essere
molteplici traduzioni anche totalmente diverse l'una dall'altra. E' una lingua
complicatissima. Sicuramente l'apostolo non avrebbe mai voluto quel tipo di
traduzione li.
-
Poi ricordiamo che attualmente abbiamo un dizionario di parole enorme, che
a quei tempi non vi era, per cui un termine di quei tempi assumeva un valore e
un significato multiplo rispetto ad ora. Lo stesso termine
poteva assumere sensi ben diversi; come
si fa dire qual’era il senso vero dato da Gesù al termine. Visto che nessuno di
noi era presente a quel tempo? E certamente gli apostoli anche se hanno
trasmesso quel termine, chissà veramente quale senso davano a quella
parola-frase.
“”metter mano al Padre Nostro, per renderlo più accettabile alla
sensibilità contemporanea.””
-
Non è questione di metter mano per un
accettazione di sensibilità contemporanea, la questione è ben diversa che non
implica affatto, un problema di natura psicologica italiana, semmai gli
italiano come popolo è decisamente più sensibile degli Inglesi alla Sacralità
di Dio, e crede con più fermezza alla
sua esistenza.
“”Solo per non rischiare di scandalizzare le orecchie moderne, i
cui possessori pare si chiedano di continuo: "ma può Dio indurre in
tentazione qualcuno?" e sono grandemente confusi dalle parole di questa
petizione del Padre Nostro che pronunciano svariate volte al dì.””
-
Perché dire bugie? Nessun italiano è confuso, si chiedono il perché
di quella frase, solo perché certamente Cristo non l’ha pronunciata, Cristo
figlio di Dio se lo considerate tale, ma da quello che si legge pare proprio di
NO! Non Avrebbe mai e poi mai rivolto a
suo Padre Dio Onnipotente quella frase, “tu
mi induci in tentazione”, ma vi pare possibile che il figlio prediletto di
Dio abbia detto a suo Padre, fondamento della sua stessa carne, Spirito del suo
essere, una frase che detta dal figlio potrebbe suonare come una bestemmia?
-
Per l’amore infinito ed eterno che lega Gesù al Padre, il quale
Figlio si meraviglia che Filippo non lo
riconosce come parte del Padre stesso, e poi Dio avrebbe infuso in Gesù questo
pensiero? Quando a Pietro gli disse, non per bocca tua hai detto ciò, ma perché
il Padre mio te lo ha rivelato! Non è forse Gesù che dice che Egli fa le cose
che il Padre Suo gli dice e gli comanda di fare? Quale Dio si auto condannerebbe
da solo, dicendo al modo che Egli è la causa dei nostri mali e il tentatore degli
esseri umani?
-
No! voi non avete colto il vero senso di quella traduzione greca,
sperando che il testo stesso greco non sia stato manipolato o trascritto male in
origine da qualcuno precedentemente e che sia giunto a noi un testo tradotto
male o anche tradotto per indurre qualcosa.
-
Non possiamo sapere … ma sta di fatto che Gesù non avrebbe mai
pronunciato quella frase detta da noi in quel modo, verso Suo Padre. Qual è il
figlio che dice al padre tu mi induci in tentazione? Nessun figlio umano
direbbe mai a suo padre una frase del genere, se tra il padre e il figlio ci
fosse lo stesso amore che c’è tra Gesù e Dio Padre … Ma quando trascrivete o interpretate i testi
lo fate con l’ausilio dello Spirito Santo o con testa bacata dell’uomo che si
crede intelligente?
“”Non ci si accorge che la traduzione
proposta, se proprio vogliamo dirlo, si espone a domanda di egual tenore:
"Ma può Dio abbandonare i suoi figli alla tentazione?", non dice
forse la Scrittura (Gc 1,14) che "Dio non permette che siamo tentati sopra
le nostre forze"? “”
-
Certamente che lo dice, ma è riferito alla tentazione indotta dal
maligno non certo indotta da Dio, qui invece volete alludere che sia Dio il
tentatore …
-
Dio non permette che l’uomo venga tentato oltre il suo limite di sopportazione,
permette la tentazione ma non è Dio il tentatore …
-
“”Quindi è ovvio che non ci abbandona alla
tentazione se noi prima non abbiamo abbandonato lui! Ma leggiamo in Mt 4,1:
"Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal
diavolo" (Tunc Iesus ductus est in desertum a Spiritu, ut tentaretur a
Diabolo). Lo Spirito Santo è Dio, non ci sono dubbi, ed è proprio lui
a condurre Gesù, appena battezzato, verso la tentazione. Passo scandaloso? Non
mi pare. Anzi spiega chiaramente che la tentazione viene dal Diavolo, ma è Dio
che permette la prova. “”
-
Intanto c’è differenza tra prova e tentazione, se voi non
riconoscete queste differenza significa che non avete capito un tubo!
-
Come avete scritti satana è il tentatore colui che sobilla all’animo
umano.
-
Mente Dio proporne una prova, già il fatto di dire ti provo cioè
ti saggio, ti pongo un test, voglio vedere fino a che punto sei a me fedele …
ma non agisco per farti del male. Lascio
che sii tu stesso a fartene, è si in
sostanza è così, anche se il maligno ci tenta ma siamo noi che accettiamo la
tentazione e siamo noi che ci facciamo del male … Non è il maligno che ce lo fa
in realtà . Siamo noi che ce lo facciamo ….
E se Dio ha trattato in questo modo il
Verbo incarnato, forse dovrebbe trattare con più riguardo noi, sue membra?””
-
Dio non ha fatto nulla di quello che voi avete ipotizzato, pensato,
e scritto, state sbagliando il vostro pensiero che non è pensiero dello Spirito
Santo; anzi potrei dire che è pensiero umano e forse anche diabolico.
-
-
Vi ripeto qual è Padre che amando di un amore
immenso il figlio gli suggerisce di dire “io ti induco in tentazione?
-
E qual è il figlio che amando e difendendo il Padre
come ha fatto Gesù, verso gli esseri umani, che dice al Padre Suo tu mi induci
in tentazione?
“”Al limite, invece di cambiare la parola tradotta in modo
corretto, sarebbe stato più comprensibile cambiare la parola effettivamente
oggi di accezione negativa, cioè "tentazione", che poteva essere
sostituita con la più neutra: "prova".””
-
Ma le cazzate ve le sognate di
notte?
-
Come potete dire si può
cambiare la parola con “prova “, ma state dando i numeri?
-
Vorreste chiedere a Dio di non
indurci nella prova, ma se la prova non vi fosse nessuno sarebbe santo! Nessuno
si potrebbe salvare. La prova è utile all’uomo per migliorare se stesso …. Così
come avvenne per Mosè quando raggiunse il Sinai; non venne forgiato da Dio, affinché
il suo spirito cedesse alla volontà di Dio?
-
“Anche l'ebraico e l'aramaico presentano la stessa richiesta” presentare la medesima richiesta non significa che la parola è
quella, che la frase è quella, significa che può avere un senso che gli
assomiglia, ma non è quello …
-
Qui lo ammettete , “”forse non
chiara nel preciso significato “”che l’interpretazione aramaica e ebraica non coincide con quella
greca e latina …. Quindi …. Sapete bene che , chi ha interpretato il testo ha
sbagliato in origine, eppure continuare nell’errore.
-
Vi prenderete la responsabilità di quello che
proponete innanzi a Dio!
-
Evidentemente siete coerenti con quanto fate, o
no!
-
Non dite altri hanno interpretato male, noi non
siamo responsabili, perché voi sostenete la stessa erronea interpretazione, per
cui siete uguali a chi mal ha interpretato, anzi peggio, perché quelli potrebbe
aver fatto in buona fede …
”””Il "non indurci in tentazione" è insomma uno di quei
rari casi in cui c'è una perfetta corrispondenza lessicale tra il testo greco
(l'unico originale di cui disponiamo), il latino e l'italiano. Chi vuole
modificare l'italiano, in realtà, sta dicendo che non è d'accordo con
l'originale greco scritto dall'evangelista e come tale ispirato da Dio.””
-
Ma questa è una furbata, per dire che voi non
volete che nessuno metta il becco! Come fate di solito attenzione alla scomunica,
ma tanto poi pagate voi se non lo sapete, non certo il povero scomunicato!
“””Che cosa vuol dire, dunque, "non indurci in
tentazione"?
Si chiede, apparentemente, a Dio di non portarci davanti alle
prove (o in mezzo alle prove = ducere in), insomma, di poterle evitare (i
protestanti italiani traducono oggi: "non ci esporre alla
tentazione"), ma si deve intendere, invece, di poter superare
vittoriosamente le prove che, inevitabilmente, siamo chiamati ad affrontare.
Anche Gesù, ricordiamolo (Lc 22,42), pregò il Padre, con umanissimo timore, di
far passare il calice della prova della Passione, ma si rimise alla sua volontà
(il ditelismo è dogma di fede). Il Padre lo
sostenne nella tentazione finale, quella di scappare dalla croce, e Cristo
superando la prova potè affermare: "tutto è compiuto" (Gv 19,30).”””
-
Una cosa che non sopporto sono
le persone che hanno la brutta abitudine di cambiare a loro piacimento il senso
reale delle parole. Ora, avete sostituito la parola tentazione con prova , oltretutto
il testo incriminato non è nemmeno tentazione ma indurre … voi avete di proposito
spostato l’attenzione da indurre a tentazione in modo da cambiare il discorso a
vostro favore, molto astuti!!
Queste sono furbate da 4 soldi …
il tema è sempre lo stesso Indurre in tentazione la parola
fondamentale del l’intero discorso non è tentazione ma indurre alla tentazione, di senso ben diverso!
Sapete bene che la parola indurre
non si può additare a Dio, e quindi astutamente la cambiate con prova dato che la chiesa la spiega in modo
completamente avulso dal suo vero senso reale, tanto per nascondere un pensiero
erroneo che non sapreste come spiegare…
Dizionario italiano alla mano ….
Cari miei siete italiani pure voi e quindi sottostante alla stessa lingua …. Non
facciamo i furbi …
indurre (ant. indùcere) v. tr. [lat. inducĕre, comp. di in-1 e ducĕre «condurre»] (coniug. come addurre; part. pass. indótto, ant. indutto].
Fuori del campo religioso, allettamento, impulso o stimolo,
esterno o interno, a compiere qualche cosa che non si dovrebbe: vincere
una t.; resistere o cedere
alle t.; con uso iperb. e
scherz., desiderio di fare qualche cosa da cui si ritiene meglio astenersi: ho
avuto la t. di dargli un ceffone; non ho resistito alla t. del gelato. Con valore concr., riferendosi alla cosa che
tenta: un piatto di spaghetti alla carbonara: era una t. per me!; nel periodo dei saldi ci sono troppe t.
nei negozî.
Nella teologia cattolica, l’azione e il fatto di tentare o
di venire tentato al peccato, intesa sia come prova a cui l’essere libero viene
sottoposto per conoscerne la capacità di sottostare alla legge morale e
religiosa, sia come stimolo o invito a compiere azioni moralmente cattive: t.
di Gesù Cristo, nei
vangeli sinottici, l’episodio in cui Cristo è tentato da Satana; le
t. di s. Antonio nel deserto; le
t. di Budda, di
Zarathustra, di
Maometto. Con valore
soggettivo, la condizione di chi è tentato, cioè l’esperienza del soggetto
religioso che subisce l’attrazione di una condotta contrastante con gli ideali
della propria religione: non ci indurre in t. (frase
della preghiera del Padre nostro).
pròva (ant. pruòva) s. f.
[deverbale di provare; ma un lat. proba è già documentato in età tarda e
medievale]. – 1. Atto, o serie di atti, operazione, procedimento, aventi lo
scopo di conoscere, verificare, dimostrare le qualità, le caratteristiche, la
rispondenza a determinati requisiti di qualcosa, o anche le doti, le attitudini di una persona,
o ancora la
veridicità di un’informazione, la probabilità di un fatto e sim.: fare la p.
(se non ci credi, facciamo la p.; fare la p. per verificare.
-
Come si legge le due parole per la chiesa cattolica
pone, tentazione e prova ne danno una lettura similare, mentre
per il contesto logico della lingua italiana e non solo, ha un senso ben
diverso …
Tentazione è in realtà un parola che ha senso maligno
fondamentalmente. Mentre prova ha un senso benigno se non neutro, perché la
prova è anche positiva. La tentazione ha un senso negativo, cioè
io ti tento, te faccio cadere nell’errore, ti porto al male, questo è il senso
reale delle parola tentazione, cosa
che la parola provare non ha … ti
metto alla prova , voglio verificare,
ecc …
Da ciò si comprende la chiesa ha voluto in qualche
modo far assomigliare per suoi interessi due parole con senso diverso ed accomunarne i due
sensi in unico senso …..
Ma come detto sopra la parola incriminata non è
tentazione ma Induzione o meglio dire INDURRE
…. Se paragoniamo questa parola alla parola prova, si vede che hanno un senso totalmente diverso,.
Non si capisce
quando non vi fa comodo, usate la lingua a vostro piacimento, invece di
rispettare il vero senso delle parole .
Se abbiniamo la parola Indurre a prova, e la
confrontiamo con indurre alla tentazione il senso cambia ancora una volta .
Già il termine indurre
ha un senso negativo di per se stesso ; se associato ad altre parole ne potenzia l’effetto.
Indurre in
tentazione o alla tentazione è lo stesso ….
Cioè portare la persona verso la tentazione … ti porto al male; ti faccio commettere un male; ti conduco a commettere
un peccato!
Indurre alla
prova … cioè portare la persona verso alla prova. Indica che conduce il soggetto verso una
prova, ma non dice in senso negativo, come è nella precedente frase.
Quindi Dio non potrà mai indurre un qualsiasi soggetto
alla tentazione, ne induce nessuno, neppure alla prova …. Pone una prova ma non
induce, l’azione dell’indurre è di sola competenza di satana … è il maligno che induce, è il maligno che
tenta, ma il maligno non prova. Infatti la prova è misurata, cioè secondo le
possibilità di ognuno … mentre la tentazione non ha misura, esce completamente
dalla logica della prova, faccio un esempio …
Abbiamo un ring da un lato il soggetto A e dall’altro
il soggetto B, dal alto del soggetto A ci sono i suoi tifosi, così dall’altro ….
I tifoni del soggetto a continuano a
dire : picchia, ammazza, dagliele, suonagliele, uccidilo, pestalo, ecc; dall’altro
lato i tifosi B gli dicono solo, noi vogliamo che vinci la gara …. Il pugile A
è spronato da suoi a far del male, quindi tentato, indotto; mentre i tifosi del
pugile B, stanno a vedere senza dir nulla attendono l’esito dell’incontro. Come finirà l’incontro? Che il giocatore A
potrebbe vincere l’incontro, dato che è stato sobillato, indotto e tentato a
far del male, mentre il B, ha giocato come era capace, pensando con la sua
testa cosa doveva fare e come doveva agire …. Ecco la differenza tra satana e
Dio.
Satana induce alla tentazione, sprona a far del male, a
peccare ….Dio invece, attende che l’uomo ragioni con la sua mente e decida
senza che Egli imponga all’uomo nulla, contrariamente a quello che fa satana.
Ecco la differenza tra provare e tentare …
“”Sant'Agostino comunque ci insegna che "Aliud est autem induci in tentationem aliud tentari. Nam sine
tentatione probatus esse nullus potest sive sibi ipse, sicut scriptum est: Qui
non est tentatus, qualia scit?" (De Sermone Domini in Monte II,9.30), ovvero: "Una cosa è
infatti essere indotto in tentazione e un’altra essere tentati. Infatti senza
la tentazione nessuno è adatto alla prova, tanto in se stesso, come si ha nella
Scrittura: Chi non è stato
tentato che cosa sa? (Sir
34, 9.11)" Prosegue poi Agostino: "Quindi con quella preghiera non si
chiede di non essere tentati, ma di non essere immessi nella tentazione, sulla
fattispecie di un tale, a cui è indispensabile essere sottoposto
all’esperimento del fuoco, e non chiede di non essere toccato col fuoco, ma di
non rimanere bruciato. Infatti la
fornace prova gli oggetti del vasaio e la prova della sofferenza gli uomini
virtuosi (Sir 27,6)".””
-
La tentazione è utile per
crescer in umiltà, è conoscere in propri limiti, per affinarci e resistere al
peccato. Che sia indotta o che sia “essere tentati” è la stessa cosa …. Dio non
tenta ne induce .
“Chi non è stato tentato che cosa sa? “ infatti chi tra gli uomini non è stato tentato non conosce il suo
limite al peccato, non conosce come difendersi e come correggere il prossimo.
Ma attenzione questa
frase ha un doppio trabocchetto, che neppure sant’Agostino ha compreso, questa farse si può dire solo ad un essere
umano, non a Dio … perché Egli conosce tutto senza aver mai subito tentazione …
visto che satana viene in senso temporale molto dopo Dio. Quindi questa
affermazione è valida solo per gli esseri umani, ed si può solo applicare a
loro, anche se anche per certi esseri umani, potrebbe esserci una discrepanza
in questa affermazione visto che Dio può dare la sua conoscenza, la sua
saggezza, la sua sapienza a chi egli vuole senza che costui abbia subito
tentazione o sia caduto nel male …
L’affermazione
semmai denota, invece una conoscenza del peccato stesso, non una conoscenza
della sapienza di Dio.
Chi non è stato tentato non conosce la tentazione, cioè il peccato di
cadere in tentazione, o di essere indotto in tentazione …
Anche S. Agostino
non comprende che quella frase nel Padre Nostro “non ci indurre in tentazione “non
è stata detta dalla bocca immacolata di Gesù. Anche lui non ha capito, anche il suo ragionamento è un ragionamento umano …
“”. Infatti la
fornace prova gli oggetti del vasaio e la prova della sofferenza gli uomini
virtuosi (Sir 27,6)"””
questo non centra nulla
con l’induzione alla tentazione … esprime invece il concetto di Dio di prova
come sopra da me esposto … Dio prova
senza indurre e senza tentare, Dio ti pone il test e satana fa di tutto perché tu
inganni quel test. È come uno studente
agli esami, l’esaminatore in questo caso è Dio, ti pone le sue domande … sarai
tu a dar risposta, satana invece dietro
di te, ti sobilla, ti spinge, ti induce, ti parla all’orecchio, ti sussurra e dice
copia, scrivi i foglietti, usa tutti i mezzi a te necessari per arrivare, ruba
il compito, cerca di copiare dal tuo vicino , sii furbo …. Mentre Dio sta alla
finestra e guarda cosa il giovane fa …. Tutto qui quello che Dio fa … non tenta
nessuno, e non induce nessuno, … aspetta solo la conclusione del compito! E alla
fine darà il premio o la condanna, ma la responsabilità non è di Satana, ma del
giovane … satana è il tentatore e l’induttore, ma il peccato è del giovane …
quindi smettiamola di
dire Dio tenta, ci porta alla tentazione, perché è falso, S. Agostino purtroppo
gli è stato insegnata una dottrina già precedentemente malata, per cui si è auto
convinto che quello fosse vero. Non tutto quello che ni santi scrivono è
spirito santo, perché lo spirito se prende un essere umano, lo manda in estasi,
e un soggetto quando è in quello stato non pensa, e non ragiona, per cui è
impossibile svolgere anche le più banali
funzioni organiche in quello stato, e ciò significa che lo S. Santo è
presente a momenti alterni in relazione al soggetto stesso.
Continuo a ripete, Gesù non ha mai detto quella frase,
verso Suo Padre Dio! Un figlio che dice al padre tu mi induci in tentazione, ma
che figlio è?
Voi siete nella testa
di Gesù per sapere cosa pensava?
Non estrapolate quello
che volete addurre da spezzoni di testo delle sacre scritture … perché non
serve a nulla!
Avete con questo testo
già dimostrato di saper usare bene l’astuzia che non appartiene a Dio, ma a
satana.
“”Noi chiediamo al Padre nostro di non “indurci” in essa””…
-
Questa frase
dimostra che voi non avete capito nulla, di chi sia Gesù, e ragionate come se
la frase l’ha scritta o detta un uomo qualsiasi, quando è Gesù che parla al
padre suo e non un uomo qualunque!
“Noi chiediamo al Padre”, ma
il primo a chiedere al Padre, stato Gesù, se mi permettete e Gesù secondo le
vostre menti eccelse avrebbe mai potuto chiedere di non farlo cadere o indurlo
in tentazione? E Gesù si sarebbe rivolto
in questo modo a Suo Padre Dio?
Ammazza che
considerazione che avete di Gesù?
Mi fermo qui ....
Cmq voi teologi usate veramente molta scaltrezza per far combaciare le vostre tesi con il testo sacro, e questo non è da Dio!
Link del testo completo...
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