Mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano Laziale, ha di recente diffuso una notificazione ai parroci (
CLICCA QUI per il testo integrale), con la quale dichiara che la Fraternità Sacerdotale di San Pio X “non è un’istituzione della Chiesa Cattolica” e che i fedeli non devono frequentarla, né assistere alla S. Messa celebrata dai sacerdoti della Fraternità, per non “rompere la comunione con la Chiesa” (ossia per non essere scomunicati). Si tratta di affermazioni che non solo sono inconsistenti sotto il profilo del diritto canonico, ma sono anche sconcertanti: mentre la Chiesa, purtroppo, sprofonda nella confusione, con Pastori che farneticano di dialoghi, abbracci e accoglienza per sodomiti e adulteri, il vescovo di Albano spara contro i sacerdoti che ancora difendono l’integrità della Fede.
Pubblichiamo, tratto dal
sito della Fraternità, il testo integrale della risposta (che sottoscriviamo in pieno) della Fraternità alla notifica di Mons. Semeraro. In questa triste circostanza, che dimostra una volta in più quanto dobbiamo pregare perché la Chiesa ritrovi la via della retta ragione, ribadiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, verso la quale sentiamo profonda gratitudine per il costante impegno dei suoi sacerdoti nella difesa della Fede. Invitiamo i nostri amici lettori a consultare
l’elenco delle Cappelle in cui, in tutta Italia, i sacerdoti della Fraternità celebrano la S. Messa di sempre, con grande giovamento spirituale per quanti desiderano restare cattolici.
Paolo Deotto – direttore di Riscossa Cristiana
A Proposito della notificazione di Mons. Semeraro
In una notificazione del 14 ottobre scorso, Mons. Marcello Semeraro, che amministra la Diocesi Suburbicaria di Albano, ha pensato di dichiarare che la Fraternità Sacerdotale San Pio X non è “un’istituzione della Chiesa Cattolica” e che i fedeli non devono frequentarla per non “rompere la comunione con la Chiesa”.
Molte cose potremmo chiedere a Mons. Semeraro, guardando dal suo punto di vista.
Potremmo chiedere se sa che la Fraternità San Pio X è stata eretta con l’approvazione del Vescovo di Friburgo nel 1970; che la Santa Sede le ha conferito il decreto di lode nel 1971; se sa che la stessa casa della Fraternità ad Albano, con il suo Oratorio semipubblico per amministrarvi i sacramenti, è stata eretta canonicamente con decreto del suo Predecessore Mons. Raffaele Macario il 22 febbraio 1974 (prot. 140/74).
Potremmo anche chiedergli come concilia le sue proibizioni con le dichiarazioni ufficiali della Santa Sede, che con risposta della Commissione Ecclesia Dei del 18 gennaio 2003, diceva che è possibile soddisfare il precetto della Messa domenicale “assistendo ad una messa celebrata da un prete della Fraternità San Pio X”; o come pensa che si possa “rompere la comunione con la Chiesa” andando a Messa dalla Fraternità San Pio X, quando la stessa Santa Sede non ritiene più fuori dalla comunione nemmeno i Vescovi della medesima Fraternità; o se pensa che presunte irregolarità canoniche equivalgano a una rottura della comunione.
Potremmo ancora chiedergli perché lui, il Vescovo, possa organizzare una veglia ecumenica nella cattedrale (18 gennaio 2014) per pregare con persone che di certo non sono “in comunione con la Chiesa Cattolica” come una pastora evangelica e un vescovo ortodosso (ortodossi cui nel 2009 ha consegnato la chiesa di San Francesco a Genzano, costruita dai nostri padri per il culto cattolico), mentre i suoi fedeli non possono pregare con altri cattolici alla Messa della Fraternità.
Potremmo chiedergli perché l’apertura di spirito della Diocesi è tanto ampia da includere il “Primo forum dei cristiani omosessuali”, tenutosi nella Casa dei Padri Somaschi il 26-28 marzo scorso, ma non chi rimane legato alla Tradizione della Chiesa cattolica.
Non attendiamo una risposta su questi punti che mostrano in maniera lampante le contraddizioni di Mons. Semeraro
La Fraternità fonda il suo ministero presso tutti i fedeli proprio sulla necessità di combattere gli errori contro la fede cattolica romana che sono diffusi nella Chiesa dagli stessi Vescovi: da quello appena citato dell’indifferentismo ecumenico, per cui si può dare credito a tutte le religioni come se fossero tutte vie di salvezza, abbattendo di fatto il Primo Comandamento di Dio, fino all'adozione di una liturgia che si allontana dall'espressione dei dogmi della Chiesa Romana per diventare semi-protestante e irriverente. Errori che si spingono sempre oltre, come si è visto nell'ultimo Sinodo, dove sotto apparenze di misericordia, si è discusso sulla possibilità di modificare il Sesto Comandamento e di rinunciare nei fatti all'indissolubilità del matrimonio cristiano. Lo stato di grave necessità generale, dovuto alla capillare diffusione di errori contro la fede da parte della gerarchia ecclesiastica, fonda canonicamente il diritto e il dovere di ogni sacerdote fedele di dare i sacramenti e un’autentica istruzione cattolica a chiunque lo richieda.
La Fraternità San Pio X, sull'esempio del suo fondatore, continuerà a trasmettere integralmente il deposito della fede e della morale cattolica romana, schierandosi apertamente contro tutti gli errori che vogliono deformarlo, senza tema di minacce o ingiuste sanzioni canoniche, poiché questo deposito né Mons. Semeraro, né alcun altro membro della gerarchia ecclesiastica potrà mai cambiarlo. Come dice San Pietro: “Occorre obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”.
Tutti coloro che desidereranno ricevere i sacramenti come la Chiesa li ha sempre amministrati, ricevere un catechismo autentico per i loro bambini, una formazione per gli adulti, una direzione spirituale e un conforto per i malati saranno sempre benvenuti.
Il Distretto d’Italia della Fraternità San Pio X
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