"Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun Santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza."
Se analizziamo la massima se vogliamo chiamarla così, per essere buoni, trova al suo interno un profondo disprezzo verso Dio e verso coloro che in Lui credono.
La parola sbattete, ha in se questo senso di disprezzo verso i credenti, che quest'uomo aveva verso Dio, "Che vi vengono a tirar fuori," forse nemmeno lui come molti altri anche credenti, non hanno capito che Dio non tira fuori proprio nessuno, senza che tu lo voglia veramente. Secondo lui, la sua coscienza lo assolveva dalla sua colpe, mi piace il discorso gli atei a detta sua, sono in pratica Dio stesso, quindi Fo si sentiva un piccolo dio, mi chiedo come mai non avesse il dono dell'immortalità!!!
Quando questa genia non ci sarà anche lui sarà dimenticato come molti altri atei di ogni tempo.
Quando un uomo ha poca sapienza dice sempre cose con poco cervello per se stesso e per gli altri, infatti, povero lui dov'è ora, certamente non avrà proprio nulla da ridere e la medesima fine la faranno tutti gli altri, simili a lui, poveri loro, ma contenti loro.
Un premio Nobel che ha ricevuto tutto dall'uomo, ma non ha ricevuto nessun premio nobel da Dio, un anima da dimenticare non certo da ricordare, cosa ha dato di buono al mondo, se un non una sarcastica e quasi satanica risata? E l'uomo dal canto suo, premia i suoi bravi, i suoi giullari, i suoi istrioni portatori non di un buon vento, ma di un malevento.
Ognuno in questo paese è libero di esprimere le proprie opinioni, così come Matteo Renzi le esprime su Dario Fo, così ogni altro libero pensatore può fare altrettanto, anche Francesco I° ha espresso un suo pensiero su Fo esaltando di Cinque stelle, come se essi fossero un espressione rivoluzionaria tanto cara a Francesco I° e anche a Dario Fo, che è sempre stato un rivoluzionario, in tutti i sensi, specie verso il sacro, anche Francesco nel suo essere in qualche modo si rispecchia, nell'essere rivoluzionario, come Fo, anche Francesco appartiene alla stessa classe rivoluzionaria-comunista ed infatti il suo operato va tutto in quella direzione cercare nella chiesa il suo lato social-comunista ed innalzarlo contro l'idea stagnanti di una chiesa a suo dire appiattita sulle solite tematiche, quasi noiose, ciò emerge dal suo parlare di ogni giorno.
Al giorno d'oggi la società intollerante al sacro, ha trovato il modo per esaltare i suo paladini, santificandoli, quasi esistesse un paradiso dei beati atei, direi che è una pura bestemmia.
Poveri uomini che esaltano se stessi e il ricordi di altri come loro, per non dimenticarsi, se sapessero dove finiranno, poveri loro, mi fanno solo che pietà, gettano al vento le loro povere vite, alla ricerca disperata di una collocazione nel mondo, trasformano quel dono che anche loro ricevono dal Buon Dio, ma non lo usano per il bene del mondo, ma solo per il suo male, rivoltandosi contro di esso.
E' proprio vero in mezzo ai figli degli uomini si nascondono i figli di Dio, non tutti gli uomini sono scritti nel libro della vita eterna, ma non per volontà di Dio, ma unicamente umana.
E noi ne facciamo santi e beati, quasi fosse un modo per nascondere la testa sotto la sabbia, e fuggire dalla realtà delle cose, a quella realtà che comunque sia in un modo o nell'altro rimane sempre presente per tuta la vita a monito del nostro essere cattivi e maligni contro noi stessi prima di tutto e verso il mondo. Io vedo negli occhi di quest'uomo non un uomo felice, anche se dietro al quel sarcastico sorriso, una profonda disperazione quasi una richiesta di aiuto silenziosa, ma ora è troppo tardi.
Oggi giorni si santificano i vip dell'esteriorità e non coloro che sono veramente degni di esserlo, ma innanzi a Dio ci andiamo tutti, buoni e cattivi, credenti e atei, tutti saremo giudicati e tutti avremo quanto abbiamo seminato, chi semina tempesta riceve tempesta chi semina pace e amore riceverà quello, ma chi è sagace e viscido come un serpente, avrà la sua sagacità 7 volte. L'uomo crede di essere padrone di se stesso, ma non lo siamo neppure di questo mondo, perchè non siamo in grado neppure di mutarne gli eventi o gli elementi, per cui la nostra libertà è viziata alla nostra piccola vita ma nell'insieme non controlliamo proprio nulla. Il mondo crede di farsi del bene ma in realtà continua a farsi del male.
Facciamo sedere nell'assemblea dei giudici, i giullari e i serpenti a nostri giudici, ed poniamo sui troni del mondo coloro che vogliono il male del mondo, pensando di essere noi quelli sbagliati. Stolti che eleggono stolti o come disse Cristo ciechi che portano altri ciechi nella tomba.
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