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mercoledì 15 aprile 2015

La Santità di Dio!

La Santità di Dio!

Certo toccare un argomento del genere è estremamente delicato, non tanto difficile, quanto proprio pericoloso per il tipo di soggetto che voglio trattare, cioè DIO stesso! Perché dico pericoloso, perché esprimere in concetto altamente spirituale su un verità del Verbo, è rischioso molto per chi lo fa, per cui è necessario rivolgersi totalmente con precisione allo Spirito Santo, che sia Esso a spiegare la natura stessa di Dio, cioè la sua Santità!  Cercherò di comprendere lo Spirito Santo e di tradurre la sua sintesi in un discorso comprensibile per noi umani., in modo da rendere efficace e comprensibile anche con precisione il concetto. 

Tutti noi abbiamo un concetto di Santo o Santità relativo al fatto che il santo umano, è colui che compie miracoli, cioè guarigioni fisiche e spirituali di ogni tipo e grado. Il santo è colui che risponde totalmente alla chiamata di Dio e dispone della sua vita verso Dio, modo totale, questo per la santità umana!. 

Ma la Santità di Dio, cos'è?

Ma sarà solo questo il vero senso del termine santo?

Vediamo di capirlo, Il Signore questa mattina mi fatto un discorso che parte da molto lontano per  giungere a comprendere realmente cosa sia la Santità, mi ha detto con una sintetica frase:" guarda i fiori dei campi, Dio è perfetto come loro, e come tutto ciò che il Padre celeste ha creato!""….

Ora vi spiego il discorso. La santità o l’essere santo non è altro che la manifestazione della perfezione, solo un essere perfettissimo in se stesso è santo, più è grande la perfezione di un essere e più è grande la sua santità.

Ho raccolto questo fiore di tarassaco l’ho guardato e subito ho visto la sua perfezione, un fiore con i suoi petali, con i suoi stami con le sue strutture, la pianta, le radici tutto in se stesso è perfetto, il suo ciclo vitale è perfetto, nasce, cresce, vive, fiorisce, produce seme e muore, tutto in ciclo di perfezione, per cui ogni fiore, ogni pianta, gli animali, l’uomo, perché tutto è vivo anche ciò che noi consideriamo non vivo, come potrebbe essere un cristallo, che noi pensiamo non essere vivo, ma se analizziamo il cristallo ci accorgiamo che nella geometria, nella sua forma, nella sua matematica, esso è perfetto, ma la base di esso sono le molecole, composte da atomi, i quali sono vivi, perché sono in perpetuo movimento, tutti gli atomi sono perfetti, ci sono atomi che si trasformano, ce ne sono che rimangono tali, per sempre, ma ogni atomo è perfetto e vivo, perché i suoi elettroni continuano inesorabili giorno per giorno, millennio per millennio fino alla fine dei tempi a roteare attorno ad un nucleo, tutto ciò rientra nella perfezione. Tutto funziona perfettamente secondo leggi perfette, l’universo si sorregge senza l’intervento umano, da solo, sulla base di leggi pre-create, ma queste per funzionare con precisione, devono essere perfette, calcolate al millesimo, il caso non genera la perfezione genera la confusione, per cui dal microscopico al macroscopico tutto è armonizzato in una perfezione assoluta. Da qui scaturisce la santità di Dio, perché Esso è l’ESSERE per eccellenza nel quale tutto è concentrato, in una perfezione assoluta, che noi chiamiamo Santo dei Santi. Per cui ESSO, diviene Onnipotente, Onnisciente, Onnipresente, presente non solo in tutti i luoghi ma i tutti i tempi, presente nel passato tanto quanto nel futuro, ESSO non ha tempo. E’ Onnipotente perché  tutto può,  dispone di tutto di ogni potere, alla perfezione, possiede tutto nella perfezione, ogni sua virtù, come l’amore, è perfetto, nello stesso modo, così come è perfetta la giustizia in Lui, la misericordia in Lui, la pietà ogni virtù in Dio è perfettamente identica nella perfezione più perfetta, tutte le virtù sono parimenti ai suoi occhi in LUI in una perfezione all’ennesima potenza uguali. Non è possibile e non è nemmeno consigliabile per chiunque tentare anche vagamente di pensare quanto essa sia, perché si farebbe peccato con Dio. Onnisciente perché conosce tutta la scienza e la conoscenza all’ennesima potenza, perfettamente. 

Ne consegue che ESSENDO ESSO STESSO, perfettissimo in assoluto ed in Eterno esso acquista il titolo di Santo tra i santi o Santissimo e forse a guardar bene potremo coniare un nuovo appellativo esaltativo per esprime con una maggiore quantità di Santità quello che è il vero concetto di Santo da accreditare a Dio, perchè questi termini sono troppo poco.

Per cui arriviamo, se tutto ciò che Dio esplica è perfettissimo all’ennesima potenza, cioè Santissimo all’ennesima potenza, ciò significa che anche ogni parte di Dio, cioè la sua fisicità, il suo essere Spirito, è altrettanto perfettissimo, ma questo cosa ci fa capire, che ogni sua emanazione è santa. Tutto ciò che Dio ha  creato, ha generato, è Santo.

Ed arriviamo al dunque …  se tutto in Dio è perfezione assoluta cioè santità perfetta, ciò significa che anche il suo soffio è santissimo, la sua Parola o Verbo è santissima/o, la sua legge è santissima. A qualche essere umano gli issimi non piacciono, ma purtroppo per loro Dio è issimo in tutto.

Cosa significa che il soffio di Dio è Santo?

Significa che Egli quando diede vita ad Adamo ed insufflò, il suo alito vitale in esso, Adamo fu pieno di Spirito Santo, è questo/a che si è infuso in Adamo, cioè fuso con il suo essere, cioè è divenuto parte del suo essere, gli ha dato vita, lo ha sostenuto, ha attivato la sua carne, l' ha resa viva, cioè vivente. Il soffio divino è rimasto in Adamo, sotto forma di spirito qual è. Che noi chiamiamo anima, quindi essa è santa.  Se il soffio di Dio è Santo ed è Santissimo, questo nessuno può dire il contrario (perchè farebbe peccato mortale contro lo Spirito Santo), e ha generato vita cioè ha dato vita ad un corpo morto, si perché dobbiamo anche un attimo ragionare, se quando Dio ha creato l’uomo Adamo dagli atomi della terra, poi per trasformare questa terra , non vivente, cioè non organica in carne e farle prendere vita, ha dovuto inserire in essa mediante il suo soffio di vita, quindi insufflato lo Spirito Santo. E solo mediante lo S.S. che la massa organica creata che prima era morta ha preso vita, solo in quel momento, che Esso/a è entrato nella natura umana. Lo spirito per tanto, per mantenere in vita il corpo deve rimanere in esso, se lo spirito fuoriesce da esso, il corpo torna alla sua natura mortale. E quindi torna ad essere terra, cioè parte della terra, atomi, perché dal fango della materia terrestre da cui siamo stati plasmati. 

Ora dopo che Adamo ed il genere umano ha ricevuto il dono dello Spirito Santo, cioè uno spirito, che oggi chiamiamo anima perché la chiesa non sapeva cosa fosse. Per un certo periodo i due progenitori sono rimasti in stato di grazia, quindi Santi e qualcuna parla di corpo glorioso, infatti il corpo umano in quel momento era glorioso perchè l'anima in esso era santa, fino al momento del peccato originale, in quel momento dopo aver disubbidito e commesso peccato, lo Spirito è rimasto in loro, ma ha perso l’aspetto della santità, quindi nell’essere umano c’è uno  spirito che nasce ad opera dello Spirito Santo che è il soffio di Dio, pur non essendo direttamente lo Spirito Santo. L’anima dopo il peccato originale rimane macchiata, a causa del peccato, per cui diventa soggetta ad aggressioni di natura satanica, e sempre dipendente dalla volontà del soggetto umano. Quindi è il soggetto umano che condanna con i suoi peccati, l’anima, oppure la esalta alla santità. Con la venuta di Gesù, che ci ha ridonato la possibilità, di ritornare ad essere santi, se facciamo la volontà del Padre Suo ed aderiamo totalmente alla sua buona novella e quindi entriamo a far parte del suo ovile, solo in  questo caso possiamo tornare ad essere ripieni di Spirito Santo, come lo erano Adamo ed Eva prima del peccato originale. Quindi chi dice che l’anima non è lo Spirito di Dio, sbaglia fa un ragionamento prettamente umano, ipotetico, sulla base di altre considerazioni errate, di altri esseri umani. 

Tornando a S. Agostino, esso non conosce affatto la natura stessa di Dio, per cui, esprime un giudizio sulla base di sue considerazione ipotetiche e teoriche, derivanti da altre letture di altri soggetti. 
Dal discorso sottostante si evince che esso non sa nulla di chi sia Dio, ne lo Spirito Santo, ne gli ha rivelato la natura di Dio. Per cui il suo parlare è umano, scientifico e filosofico.


Libro 7 “”Alcuni interpreti, infatti, basandosi sul verbo ["soffiò"] di questa frase, hanno creduto che l'anima sarebbe qualcosa proveniente dalla stessa sostanza di Dio, vale a dire della medesima natura di Dio. Essi pensano così perché, quando uno soffia, emette qualcosa di se stesso con il fiato; noi invece da questo verbo dobbiamo piuttosto sentirci messi in guardia per respingere questa opinione contraria alla fede cattolica.””

L'errore di Agostino sta nel fatto che egli rapporta Dio all'essere umano e lo fa capire molto bene da queste parole : "quando uno soffia," l'uno è riferito ad un essere umano, per cui tutto il suo ragionare è incentrato sugli esseri umani, non su Dio, di cui lui non conosce nemmeno la natura. La frase soprastante, oltretutto esprime un concetto contrario a Dio stesso, adducendo che l'anima non apparterrebbe a Dio, ma non si a chi!! Dimentica o meglio dire proprio non sa che Dio non è un essere umano, carnale come noi, per cui la sua natura supera ogni cosa e ogni fattore umano, sta in questo il suo erroneo giudizio.Ha giudicato Dio come un essere umano quando ESSO non lo è!

Quanto qui espresso è un concetto di natura totalmente errata, ha la presunzione di stabilire cosa Dio possa o non possa fare, cosa Dio possa o non possa essere, questo è dimostrazione  di sentirsi superiore al proprio creatore e la chiesa che segue questi scritti errati lo fa perché ha paura della natura stessa di Dio.

""È quindi un'opinione sacrilega supporre che l'anima e Dio siano di una stessa natura. Cos'altro vuol dire pensare così, se non credere mutabile anche Dio?""

Questa è una grandissima stupidaggine …. Dio essendo perfettissimo non muta,  ma esso può fare quello che gli pare Dio, ha donato a noi parte di se stesso per renderci simili a Lui, ci ha donato il meglio di Lui, per essere in tutto e per tutto figli suoi, non carnalmente come lo fu Gesù, ma egualmente suoi figli. Per tanto ci fa dono del suo Spirito  … alle volte anche i certi umani che poi li  facciamo santi sanno essere ignoranti!!

“””che l'anima proviene da Dio come un essere creato da lui, non come un essere della sua stessa natura, generato o prodotto da lui in un modo quale che sia.”””


Altra dimostrazione che supponeva e che ipotizzava e che non sapeva un tubo e questa risposta fa capire molto bene che il suo parlare non era dettato dallo Spirito Santo.

Ma se Dio dice vi ho plasmati, è chiaro come il sole che ha operato con la materia una trasformazione , per creare un essere appartenete intrinsecamente a questo pianeta, cioè legato ad esso. Non certo un essere che è parte di Dio stesso, ma fatto ad immagine e nelle somiglianza, ma questo è più che scontato, logico e consequenziale al discorso della genesi, non ci si dovrebbe neppure pensare, ma il fatto stesso che insuffla o soffia nelle narici, e qui il particolare della narici indica che da aria, come se avesse fatto la respirazione per indurre i polmoni a prendere aria, ma dire insuffla significa che ha iniettato nei nostri polmoni quindi dentro di noi, il suo respiro, cioè parte di se stesso, solo così potevamo prendere vita, perché altrimenti non saremo mai stati vivi. Lo spirito che è il suo soffio, essendo il soffio Santo, carico di Spirito Santo, esso ha prodotto l’effetto di espandersi in tutto l’organismo producendo l’effetto di animare, dar vita quindi al corpo morto. Ripeto Adamo quando fu creato prima del soffio vitale, era morto, non era vivo … e solo l’anima fa vivere un corpo, sappiamo benissimo che dopo la cessazione della vita l’anima si stacca e non possiamo fare nulla per farla tornare in esso, e quindi il corpo è morto.

La resurrezione di Lazzaro avviene perché Gesù comanda all’anima di tornare nel corpo.

Addirittura in questo passo esprime un animo arrogante a cattivo, un modo di parlare che esprime disprezzo

“”salvo che questi tali siano così tardi d'ingegno da ignorare che”” il fatto stesso che usi il termine “tardi d’ingegno”  indica che lui si ingegnava a trovare una spiegazione astuta alle sue tesi al fine di farle combaciare con quanto qualcun altro desiderava … 

Il fatto stesso che Agostino si sia posto uno sterminio di domande,  dimostra in conclusione che non è approdato a  nulla di certo ed anzi il suo parlare lo ha portato ad auto convincersi di cose sbagliate, dimostra che in lui non era lo Spirito Santo a parlare, ma la sua arroganza ….  

Lo spirito Santo con poche righe avrebbe condensato tutta la verità e la sua parola perfetta non avrebbe dato adito a nessun altra interpretazione diversa. Ho l'impressione che Agostino fosse un po’ furbo, si avvantaggiava degli scritti di altri per mostrarsi agli occhi del mondo grande e c’è riuscito, ma ha dimostrato che lui non parlava con Dio, ma usando la sua ragione e questa non può essere considerata parola di Dio....


martedì 14 aprile 2015

Anche S. Agostino ipotizzava alla luce di scritti di altri.

Anche S. Agostino ipotizzava alla luce di scritti di altri.

Mi sono dedicato alla lettura degli scritti di questo santo, giusto oggi 14 aprile 2015. E l’ho fatto tenendo presente le cinque regole d’oro dello Spirito Santo. Che qui ri-elenco


  1. Lo Spirito Santo è prefetto!
  2. Lo Spirito Santo non sbaglia Mai!
  3. Lo Spirito Santo non si contraddice Mai!
  4. Lo Spirito Santo non si smentisce Mai!
  5. Lo Spirito Santo dice sempre la Verità!
Da i modi di parlare di S. Agostino, e da come si pone il suo ragionare, esso non parla per bocca dello Spirito Santo, perché esso ipotizza tantissimo nei suoi scritti, non ha la certezza di quello che afferma, lo fa alla luce di precedenti testimonianze di molti soggetti che lo hanno preceduto e che hanno tentato anch’essi di capire il pensiero di Dio e da testi sacri, non dichiara che quello che afferma è certo e sicuro, fa discorsi ipotetici, e dato che lo Spirito Santo non ipotizza mai, e ciò che  afferma lo S.S. è sempre verità. Agostino non parla per bocca dello Spirito Santo, ma ipotizza alla luce della sua intelligenza umana, ed infatti lo dice pure, che tenta lui stesso di dipanare a suo modo, le imprecisioni che aveva letto da chi lo ha preceduto.
In tutti capitoli di queste lettere si nota spessissimo l’uso di forse, oppure, già il suo parlare è incerto, denota insicurezza, e non conoscenza di quello che va esponendo, altrimenti avrebbe interpretato con sicurezza e precisione la sacra scrittura. Perché se avesse avuto l’illuminazione dello Spirito Santo avrebbe decretato una sola parola unica e indiscutibile, perfetta, perentoria, su ogni tema, senza creare una quantità immensa di scritti; invece nei suoi testi si evidenzia tutt’altro, un ragionamento umano.

link: “”Che significa "cielo e terra".
1.       3. Oppure per "cielo" si deve intendere forse la creatura spirituale, perfetta e beata per sempre fin dal primo istante della sua creazione, per "terra" al contrario la materia corporea ancora imperfetta? Infatti la terra - è detto - era invisibile e confusa e le tenebre erano sopra l'abisso 6, parole con cui [la Scrittura] sembra indicare lo stato informe della sostanza corporea. O forse con queste ultime parole della frase viene indicato anche lo stato informe di entrambe le creature, cioè della corporea, per il fatto ch'è detto: La terra era invisibile e confusa; di quella spirituale, invece, per il fatto ch'è detto: Le tenebre erano sopra l'abisso?In questo caso, l'abisso tenebroso sarebbe un'espressione metaforica per denotare la natura della vita ch'è informe, se non si volge verso il Creatore, poiché solo in questo modo può assumere la forma per cessare d'essere abisso, e può venire illuminata per cessare d'essere tenebrosa. Inoltre, in qual senso è detto: Le tenebre erano sopra l'abisso? Forse perché non c'era ancora la luce? Poiché, se la luce fosse esistita, sarebbe stata sopra l'abisso e, per così dire, diffusa sulla sua superficie: ciò avviene nella creatura spirituale quando si volge alla luce immutabile e incorporea che è Dio.”””

Tutti pensieri ipotetici, non possiede nessuna certezza in quel che affermava.


Come si legge in questo passaggio preso come esempio, per tutti i testi ben si vede l’insicurezza, e le ipotesi, che Agostino pone per tentare di spiegarsi quello che non conosce, se esso avesse avuto l’illuminazione dello S.S. certamente avrebbe non ipotizzato e avrebbe dato una risposta precisa e unica per ogni argomento trattato o ogni domanda che esso stesso si fosse posto.  Questo modo di parlare dimostra che Agostino non conosce la natura intrinseca di Dio, non conosce nemmeno la natura materiale della sostanza, e non conosce neppure le leggi che sovrastano ogni cosa e nessuno gliele ha rivelate.  
Quello che stupisce di più è che S. Agostino, inizia il suo percorso di asceta, discepolo di Cristo, credendo fermamente nel millenarismo, cosa per altro a cui credevano fermante tutti gli apostoli; Agostino ad un certo punto della sua vita nella comunità della chiesa cambia radicalmente opinione, opponendosi a questa visione millenaristica, che poi la chiesa stessa condannò. Certo che hanno avuto un bel fegato a condannare la voce di Dio ed è un bell’affronto! Se in Agostino fosse esistito lo Spirito Santo non avrebbe cambiato il suo pensiero, anche se fosse stato costretto da una chiesa che non poteva accettare l’idea di un millennio felice, avrebbe dovuto ribadire con forza la sua idea originaria. Lo stesso pensiero, è stato prima di tutto creduto e sottolineato dagli stessi apostoli; ricordiamo che essi ricevettero lo S.S. assieme alla Vergine, per cui come potevano errare?  Quindi questo fa capire che Agostino, corruppe il suo spirito in favore di un idea indotta e forse anche condotta da altrui pensieri.
Questo fatto fa capire che Agostino solo all’inizio aveva probabilmente lo Spirito Santo che lo guidava, ma poi, sia gli studi teologici, che la presenza di una chiesa coercitiva, lo ha dominato, per cui in esso lo Spirito Santo non parlava più. Infatti dai suoi testi si evince proprio questo, un ragionamento unicamente umano e non Divino. Addirittura stravolge il senso reale delle scritture, riducento tutto ad una metafora, e si legge bene che il suo intento non è quello di valorizzare e divinizzare Dio, ma di renderlo umano, e quindi passibile di errore, come si può asserire che quello che Dio fa è un errore? Perchè il dire per esempio che non è vero che il soffio di Dio non è santo, è come dire che Dio a mentito. E questo è fare peccato non perdonabile contro Dio.Ecco perchè molta parte del mondo filosofico e della scienza accetta questo santo, perchè con la sua parola ha scardinato il credo di Dio.
Anzi proprio per il fatto che è un ragionamento, non viene da Dio, perché Dio non espone a noi i suoi ragionamenti, e ci manifesta solo i suoi comandi. Quindi se Agostino fosse stato investito dallo Spirito Santo esso avrebbe parlato al “santo” con la logica del comando, non con la logica del, ragioniamo insieme. No,No! Questo è un tipico errore umano, Dio quando parla non lo fa ragionando con l’uomo, lo fa esprimendo un suo pensiero diretto, dando un comando perentorio, che quello che asserisce è! E basta! L’uomo si dovrebbe accontentare del comando ricevuto ed invece cerca di sondare il comando per tentare di carpirne qualsiasi cosa, ma facendo questo l’uomo tenta di sopraffare il comando di Dio, non si pone umilmente per capire come seguire quel comando, lo sonda cercando di scoprire qualcosa, non del comando, ma della natura e del ragionamento che sta alla base dello stesso.
Semmai ti espone il suo pensiero, ma sempre in senso di direttiva, non ti spiega, anche la parola di Gesù non è espressa in ragionamento, ma in esempi esplicativi per far capire a noi, i suoi comandi. Anche il dire per esempio come può satana essere diviso da se stesso, come può satana combattere satana, questo non è un commentare, ma è dichiarare la verità, ponendola in forma interrogativa. Cioè Gesù afferma con certezza sottoforma di comando e stabilisce delle verità mediante le quali pone interrogativi di riflessione agli uomini, perché essi comprendano la sua parola e la applichino senza che essi, ne possano dubitare o interrogarsi ulteriormente.
A proposito di ciò,  la fede sta proprio nel non chiedersi e non investigare ulteriormente la parola di Dio, cioè i suoi comandi e suoi ordini, quando l’uomo investiga nella forma di cercare di capire il pensiero di Dio, cioè di carpirne a Dio il suo ragionamento mediante ipotesi, ecco che scompare in noi la fede, cioè la certezza che quella parola sia di Dio, invece è proprio il comando dato da Dio Padre e poi da Gesù che impone all’essere umano di credere, la fede sta in questo, non nel porsi domande o interrogativi su come, perche dei misteri di Dio. Ma nel credere senza porsi domanda.
Secondo il pensiero di Dio, l’uomo non si dovrebbe neppure porre l’interrogativo su qualsiasi comando, dovrebbe solo fidarsi della parola di Dio, cioè accettare i comandi senza investigare, quando l’uomo non si fida, ecco che tenta di spiegare la parola stessa, ed ecco che viene meno la fede.
Se invece, è Dio che parla e vuole precisare alcune cose, allora in quel caso, le risposte sono univoche precise  e perfette senza nessuna possibilità di ipotesi.
Se il ricercare la verità, viene attuato con l'ipotesi, non si cerca la verità di Dio ma bensì, una verità più accomodante che va bene all'essere umano e non è la Verità Vera e Santa! L'ipotesi esprime un pensiero di macanza di certezza della della fede, come anche della certezza scinetifica. Quindi l'ipotesi è contraria alla certezza dello Spirito Santo!

Non dico che S.Agostino non sia santo...ma che non tutti i suoi scritti erano illuminati dallo Spirito Santo!



mercoledì 1 aprile 2015

Solo DIO va adorato.

Solo DIO va  adorato!







Uno dei comandamento più conosciuti è quello che impedisce l’idolatria …
Ma vediamo nello specifico prima di esporre alcuni interrogativi …
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« E Dio pronunciò tutte queste parole dicendo così:
Io sono il Signore tuo Dio, che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa del [faraone dove eravate] schiavi.
Non avrai altri dei al mio cospetto. Non dovrai farti alcuna figura scolpita, né immagine alcuna delle cose che sono in alto nel cielo o in basso sulla terra o nelle acque al di sotto della terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li adorare, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio scrupoloso [nell'esigere la punizione per l'idolatria]. Per coloro che mi odiano Io punisco il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione mentre uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i miei comandamenti.
Non pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano; perché il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano.
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Dovremo però fare un analisi attenta …

Non avrai altri dei al mio cospetto-

Voglio fare notare una cosa …

Non avrai altri dei al mio cospetto, cioè non devi porre altri dei prima di me, ne li dovrai adorarli … quindi sta dicendo solo Lui deve essere adorato, è più che logico.

Io posso prendere così come sta la questione mi va bene, senza pensare ad altro, però c’è un problema.

Dice che lui solo vuole essere adorato e non tollererà alcun altro dio che lo possa essere posto prima di Lui.

Come si fa ad adorare un Dio che non si vede? Che non ha nessun simbolo, ne immagine, certo per esempio io quando prego guardo il cielo senza una connotazione o un identificazione, ma non tutti sono capaci di far ciò, la gran parte della popolazione ha bisogno  di un identificazione è una cosa connaturata con noi stessi.

Ora con Mosè, Dio cosa fa, dopo avergli dato, le tavole, gli ordina la costruzione di un arca, nella quale custodirà le tavole, però l’arca stessa diviene un simbolo di adorazione, tanto che i sacerdoti e re si prostrano ad essa, e Dio viene identificato mediante quel simbolo, quindi non c’è un immagine di un essere, ma c’è un simbolo che lo sostituisce.

Ma anche con Gesù avviene la stessa cosa, la croce diviene il simbolo di Cristo e lo sostituisce, tanto che tutti si prostrano ad esso, come fosse Cristo stesso. Ma Gesù in tutte le apparizioni non ha mia condannato l’adorazione innanzi alla Croce anzi. Così non ha mai fatto Dio Padre innanzi all’Arca dell’alleanza, le due cose sono perfettamente identiche.

Ora il commento dice, ““Non dovrai farti alcuna figura scolpita, né immagine alcuna delle cose che sono in alto nel cielo o in basso sulla terra o nelle acque al di sotto della terra. Non ti prostrare davanti a loro.”

Il comandamento sembra in contraddizione con l’arca e con la croce come simbolo di Dio e di suo Figlio Gesù..

“Non dovrai farti alcuna figura scolpita, né immagine alcuna delle cose che sono in alto nel cielo…. Non ti prostrare davanti a loro.”
Cosa intendeva dire realmente Dio con queste sue parole?
Qualcuno direbbe ma se Lui dice non ti prostrare e non ti fare indica anche di fronte a se stesso, perché i simboli sono sempre immagini , la logica umana direbbe questo, ma  c’è un punto che contraddice la nostra logica.

“Io sono il Signore tuo Dio- “          primo specifica che solo Lui è il nostro Dio, quindi ovviamente Dio, vuole da noi ogni riconoscimento ed adorazione.

“Non avrai altri dei al mio cospetto- “  qui è chiaro non avrai altri dei, non parla di se stesso, ma di altri, quindi il riferimento a chi è nei cieli , sulla terra o sotto terra, è in riferimento agli altri, non a se stesso.  Anche se LUI si trova nei cieli, ma in questo dice di più, in sostanza sta ammettendo che nei cieli esistono altri dei oltre a LUI, dei minori, però ci sono. Per quello dice Non avrai altri dei al mio cospetto , perché LUI sa essere il primo tra tutti, gli altri sono dei inferiori a lui, anche gli angeli stessi possono essere degli dei agli occhi umani, ma senza ombra di dubbio è così. Ed eventualmente anche creature non terrestri se mai esistessero potrebbero essere per noi dei, pure i demoni stessi per il potere che hanno sono per noi dei, e anche gli stessi umani, che hanno un potere terreno, possono divenire dei, cioè i Re, i principi, i cardinali, i vescovi … Questo intende dire Dio.

Non vi sarà perdonato, se adorerete un Dio, o dei che non sia IO. Per questo egli da un simbolo che è l’arca, per questo che da un simbolo che è la croce, per questo Gesù si mostra in figura umana, per questo Gesù nasce tra gli uomini proprio perché vuole essere riconosciuto e quindi adorato, ma essendo Gesù figlio dell’Onnipotente Dio YHWH è logico che si debba a lui onori, cioè adorazione, come lo si fa con il padre Suo.  Quando gli apostoli lo riconoscono quale figlio di Dio, non fanno altro che adorarlo, e Gesù non disdice questo, anzi lo apprezza, se fosse stato contrario a ciò fli avrebbe rimproverati, ma non l’ha fatto.
Se Dio Padre fosse stato contrario all’adorazione verso se stesso, non avrebbe dato l’arca dell’alleanza., che è diventata simbolo di adorazione, non possedendo la sua figura. Quindi i comandamenti sono rivolti solo ed unicamente a tutte le creature che sono dei minori, rispetto a Lui.

Ma Gesù con la sua venuta, rivela all’umanità quel volto di Dio, che Egli stesso non ha mai voluto mostrare di se, non a qualcuno eccezionalmente. Quindi le parole di Gesù rivelano la natura di Dio, il suo volto, infatti Gesù lo dice chiaramente che Lui è venuto per rivelarsi, cioè mostrarsi al mondo, farsi vedere, perché così il mondo aveva un riferimento diretto e poteva adorare Dio mediante il volto di suo Figlio. Quindi se la sindone rappresenta veramente il suo sudario, quello che è il suo volto. E come ho sempre detto e mi ripeterò fino alla nausea, che Dio ha innanzi a se, il futuro generale e particolare di ogni uno istante per istante, per cui lui sa già tutto quello che sarà fino alla fine dei tempi. Ed infatti lo ha dimostrato e lo dimostrerà per sempre ai profeti. Dio sapeva che l’uomo lo avrebbe adorato, in una forma visibile, e sapeva anche che l’uomo ha bisogno di un identificativo perché altrimenti immagina cosa non giuste, e si fa simboli non corretti, meglio dare un simbolo sicuro, certo, univoco per tutti.

Quindi Dio non vuole che nessuno adori altri dei minori, le immagini di angeli non andrebbero fatte, neppure di San Michele, che cmq sia penso, che Dio lasci fare, perché egli è molto buono e paziente e soprattutto perché poi il fine è buono, è quello che conta principalmente. Il fine, può giustificare i mezzi. Altro caso è per la Vergine Immacolata, che essendo superiore agli arcangeli, rientra nella sfera divina, non solo perché Sposa del Padre e dello Spirito Santo, ma anche perché Madre del Figlio, quindi logicamente il suo fine è quello di portare gli uomini a Dio  Trinità, e quindi la sua adorazione è consentita. Anzi il Figlio vuole che la Madre sia onorata come si addice a chi appartiene alla famiglia divina, cioè alla corte dell’Imperatore = Re dei Re che è Dio Padre, più di un arcangelo, perché mediante Lei, si compiono delle grazie che faticosamente sarebbero accettate in altro  modo. Quindi la Madre di Dio agisce su Dio stesso con una certa forza, e riesce ad ottenere più di quanto noi pensiamo. Moltissime grazie date a questa umanità sono dovute alla Sua azione presso il Figlio. Quindi Maria immacolata è di diritto una Regina, come tale il figlio vuole almeno che sia onorata. Anche se molti anche cristiani, anche religiosi bisogna di la verità non sopportano molto questo discorso, ma loro non sono Dio, quindi meglio fare un piccolo peccato di adorazione verso la Madre di Gesù che contrariare Gesù stesso, per non aver onorato Sua Madre come si deve.

Quello che non si deve fare, è adorare i santi, ecco questi non vanno adorati, il comandamento è chiaro cio che è sulla terra, cioè l’essere umano reso santo. Oltretutto questo comandamento fa capire anche un altro aspetto,. Che non spetat all’uomo santificare nessuno, nessun Uomo può sapere con precisione millimetrica il pensiero di nessuno, ne la sua santità vera, per cui l’azioen di santificazione è sbagliata, anche se per noi è giusta, ma è un azione che supera Dio stesso, quindi un azione contraria alla volontà di Dio. E’ Dio che quando l’anima del soggetto arriva al suo cospetto deciderà se santificarlo o no, noi sbagliamo sempre anche in ciò, a meno che non sia Dio stesso a dire che tale anima è al suo cospetto e non sia Dio stesso a dire che è santa, ma difficilmente questo avviene, solo rari casi, anche perché in Paradiso non ci stanno solo i santi dichiarati dalla chiesa, ci stanno milioni di esseri umani, che mai sono stati neppure vagamente considerati santi, e mai la chiesa li ha conosciuti come tali … per cui sarebbe giusto e logico che tutti coloro che sono presso Dio fossero dichiarati santi. Ma solo Dio conosce le loro identità, noi no! Quindi solo Dio sa quanti “santi” veri sono presso di Lui, e purtroppo bisogna dire la verità che la chiesa cattolica e anche altre fedi che rientrano in Dio padre, figlio, Spirito Santo, non sanno se tutti i santi da loro promossi sono tali presso Dio. Perché è molto facile che più di qualcuno sia da qualche altra parte.

Faccio un esempio ben due persone che ho conosciuto personalmente una dopo l’altra; prima Suor Pura, molto conosciuta mi pare anche in odore di santità e l’altra fu Maria Simma altra donna particolare, entrambe senza conoscere quello che l’una o l’altra mi avevano detto, dissero che mia nonna non fece neppure un ora purgatorio che venne portata subito in paradiso, tanto per far capire; ma qualcuno l’ha fatta santa?, No nessuno. Però Dio l’ha resa santa … e la chiesa non ci può fare nulla.. ma questo fa capire un'altra cosa, che la chiesa fa un errore e anche un peccato, nel pretendere di sostituirsi a Dio, nella santificazione degli esseri umani, non spetta alla chiesa, non spetta al papa, rendere santo un soggetto anche se fosse il più buono di questa terra, non spetta, è come se la chiesa si sostituisse a Dio, allora si che potremo dire che si compie un certo peccato!  Attenzione che il pontefice è solo Apostolo non è un Padre, non è un Maestro, non è Cristo e non è Dio!

Allora dovremmo parlare di cos’è la santità , cerco di esprimermi in una frase semplice senza tanti giri di parole.

L’unico essere santissimo è Dio nella sua Trinità, tutti gli altri sono solo santi, presso Dio.
Ma la santità è in pratica rientrare nella volontà di Dio, fare la volontà di Dio, come Dio chiede, e infine essere presi da Dio, divenire involucro di Dio. Potremo usare una parola forte, che spiega meglio il concetto, essere posseduti da Dio, questo è essere santi in terra, ma nei cieli è uniformarsi alla gloria di Dio, cioè prenderne parte, quindi si diviene santi. Tutti sono santi al cospetto di Dio, dai beati, ai martiri ai santi, agli angeli ecc.




martedì 17 marzo 2015

Gesù a Dio Padre, “tu mi induci in tentazione!”

Gesù a Dio  Padre, “tu mi induci in tentazione!”

Ho letto tutta lunghissima spiegazione … anche ben fatta con diversi riferimenti, ma devo dire che non sono d’accordo in alcuni punti …il link alla fine...

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“”Mt 6,13 che in Lc 11,4. Pur essendo le due versioni del Padre Nostro diverse nei due vangeli, è sorprendente che la domanda "non c'indurre in tentazione" sia invece identica nelle due distinte recensioni della Preghiera del Signore: "καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν".”
-          Non sappiamo chi abbia tradotto i testi degli evangelisti, quali intenzioni e quali filoni seguissero, cosa in realtà loro stessi volessero trasmettere al mondo e cosa si volesse realmente far pensare. Si sa che ogni persona ha un carattere diverso l’uno dall’altro e sappiamo che ognuno ha un visione diversa anche interpretativa della scrittura, ognuno ha una fede diversa, per quanto sia sempre la stessa, ma le idee sono diverse da soggetto a soggetto e non si sa mai se ci siano altri intendimenti ed ordini calati anche dall’alto.

“”Qui non si sta parlando di un piccolo cambiamento, ma di metter mano a correggere le poche sicure ipsissima verba di Gesù che conosciamo. “”
-          Un amico  che ha studiato greco antico dice è una lingua che per ogni frase ci possono essere molteplici traduzioni anche totalmente diverse l'una dall'altra. E' una lingua complicatissima. Sicuramente l'apostolo non avrebbe mai voluto quel tipo di traduzione li.
-           Poi ricordiamo che attualmente abbiamo un dizionario di parole enorme, che a quei tempi non vi era, per cui un termine di quei tempi assumeva un valore e un significato multiplo rispetto ad ora. Lo stesso termine poteva assumere sensi ben diversi;  come si fa dire qual’era il senso vero dato da Gesù al termine. Visto che nessuno di noi era presente a quel tempo? E certamente gli apostoli anche se hanno trasmesso quel termine, chissà veramente quale senso davano a quella parola-frase.


“”metter mano al Padre Nostro, per renderlo più accettabile alla sensibilità contemporanea.””
-          Non è questione di metter mano per un accettazione di sensibilità contemporanea, la questione è ben diversa che non implica affatto, un problema di natura psicologica italiana, semmai gli italiano come popolo è decisamente più sensibile degli Inglesi alla Sacralità di Dio,  e crede con più fermezza alla sua esistenza.

“”Solo per non rischiare di scandalizzare le orecchie moderne, i cui possessori pare si chiedano di continuo: "ma può Dio indurre in tentazione qualcuno?" e sono grandemente confusi dalle parole di questa petizione del Padre Nostro che pronunciano svariate volte al dì.””
-          Perché dire bugie? Nessun italiano è confuso, si chiedono il perché di quella frase, solo perché certamente Cristo non l’ha pronunciata, Cristo figlio di Dio se lo considerate tale, ma da quello che si legge pare proprio di NO!  Non Avrebbe mai e poi mai rivolto a suo Padre Dio Onnipotente quella frase, “tu mi induci in tentazione”, ma vi pare possibile che il figlio prediletto di Dio abbia detto a suo Padre, fondamento della sua stessa carne, Spirito del suo essere, una frase che detta dal figlio potrebbe suonare come una bestemmia?
-          Per l’amore infinito ed eterno che lega Gesù al Padre, il quale Figlio si meraviglia che Filippo non  lo riconosce come parte del Padre stesso, e poi Dio avrebbe infuso in Gesù questo pensiero? Quando a Pietro gli disse, non per bocca tua hai detto ciò, ma perché il Padre mio te lo ha rivelato! Non è forse Gesù che dice che Egli fa le cose che il Padre Suo gli dice e gli comanda di fare? Quale Dio si auto condannerebbe da solo, dicendo al modo che Egli è la causa dei nostri mali e il tentatore degli esseri umani?
-          No! voi non avete colto il vero senso di quella traduzione greca, sperando che il testo stesso greco non sia stato manipolato o trascritto male in origine da qualcuno precedentemente e che sia giunto a noi un testo tradotto male o anche tradotto per indurre qualcosa.
-          Non possiamo sapere … ma sta di fatto che Gesù non avrebbe mai pronunciato quella frase detta da noi in quel modo, verso Suo Padre. Qual è il figlio che dice al padre tu mi induci in tentazione? Nessun figlio umano direbbe mai a suo padre una frase del genere, se tra il padre e il figlio ci fosse lo stesso amore che c’è tra Gesù e Dio Padre …  Ma quando trascrivete o interpretate i testi lo fate con l’ausilio dello Spirito Santo o con testa bacata dell’uomo che si crede intelligente?

“”Non ci si accorge che la traduzione proposta, se proprio vogliamo dirlo, si espone a domanda di egual tenore: "Ma può Dio abbandonare i suoi figli alla tentazione?", non dice forse la Scrittura (Gc 1,14) che "Dio non permette che siamo tentati sopra le nostre forze"? “”
-          Certamente che lo dice, ma è riferito alla tentazione indotta dal maligno non certo indotta da Dio, qui invece volete alludere che sia Dio il tentatore …  
-          Dio non permette che l’uomo venga tentato oltre il suo limite di sopportazione, permette la tentazione ma non è Dio il tentatore …
-           
“”Quindi è ovvio che non ci abbandona alla tentazione se noi prima non abbiamo abbandonato lui! Ma leggiamo in Mt 4,1: "Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo" (Tunc Iesus ductus est in desertum a Spiritu, ut tentaretur a Diabolo). Lo Spirito Santo è Dio, non ci sono dubbi, ed è proprio lui a condurre Gesù, appena battezzato, verso la tentazione. Passo scandaloso? Non mi pare. Anzi spiega chiaramente che la tentazione viene dal Diavolo, ma è Dio che permette la prova. “”

-          Intanto c’è differenza tra prova e tentazione, se voi non riconoscete queste differenza significa che non avete capito un tubo!  
-          Come avete scritti satana è il tentatore colui che sobilla all’animo umano.
-          Mente Dio proporne una prova, già il fatto di dire ti provo cioè ti saggio, ti pongo un test, voglio vedere fino a che punto sei a me fedele … ma non  agisco per farti del male. Lascio che sii tu stesso a fartene,  è si in sostanza è così, anche se il maligno ci tenta ma siamo noi che accettiamo la tentazione e siamo noi che ci facciamo del male … Non è il maligno che ce lo fa in realtà . Siamo noi che ce lo facciamo ….  

E se Dio ha trattato in questo modo il Verbo incarnato, forse dovrebbe trattare con più riguardo noi, sue membra?””
-          Dio non ha fatto nulla di quello che voi avete ipotizzato, pensato, e scritto, state sbagliando il vostro pensiero che non è pensiero dello Spirito Santo; anzi potrei dire che è pensiero umano e forse anche diabolico.
-           
-          Vi ripeto qual è Padre che amando di un amore immenso il figlio gli suggerisce di dire “io ti induco in tentazione?
-          E qual è il figlio che amando e difendendo il Padre come ha fatto Gesù, verso gli esseri umani, che dice al Padre Suo tu mi induci in tentazione?


“”Al limite, invece di cambiare la parola tradotta in modo corretto, sarebbe stato più comprensibile cambiare la parola effettivamente oggi di accezione negativa, cioè "tentazione", che poteva essere sostituita con la più neutra: "prova".””
-          Ma le cazzate ve le sognate di notte?  
-          Come potete dire si può cambiare la parola con “prova “, ma state dando i numeri?
-          Vorreste chiedere a Dio di non indurci nella prova, ma se la prova non vi fosse nessuno sarebbe santo! Nessuno si potrebbe salvare. La prova è utile all’uomo per migliorare se stesso …. Così come avvenne per Mosè quando raggiunse il Sinai; non venne forgiato da Dio, affinché il suo spirito cedesse alla volontà di Dio?

-          “Anche l'ebraico e l'aramaico presentano la stessa richiesta” presentare la medesima richiesta non significa che la parola è quella, che la frase è quella, significa che può avere un senso che gli assomiglia, ma non è quello …
-          Qui lo ammettete , “”forse non chiara nel preciso significato “”che l’interpretazione  aramaica e ebraica non coincide con quella greca e latina …. Quindi …. Sapete bene che , chi ha interpretato il testo ha sbagliato in origine, eppure continuare nell’errore.
-          Vi prenderete la responsabilità di quello che proponete innanzi a Dio!
-          Evidentemente siete coerenti con quanto fate, o no!
-          Non dite altri hanno interpretato male, noi non siamo responsabili, perché voi sostenete la stessa erronea interpretazione, per cui siete uguali a chi mal ha interpretato, anzi peggio, perché quelli potrebbe aver fatto in buona fede …

”””Il "non indurci in tentazione" è insomma uno di quei rari casi in cui c'è una perfetta corrispondenza lessicale tra il testo greco (l'unico originale di cui disponiamo), il latino e l'italiano. Chi vuole modificare l'italiano, in realtà, sta dicendo che non è d'accordo con l'originale greco scritto dall'evangelista e come tale ispirato da Dio.””
-          Ma questa è una furbata, per dire che voi non volete che nessuno metta il becco! Come fate di solito attenzione alla scomunica, ma tanto poi pagate voi se non lo sapete, non certo il povero scomunicato!

“””Che cosa vuol dire, dunque, "non indurci in tentazione"?
Si chiede, apparentemente, a Dio di non portarci davanti alle prove (o in mezzo alle prove = ducere in), insomma, di poterle evitare (i protestanti italiani traducono oggi: "non ci esporre alla tentazione"), ma si deve intendere, invece, di poter superare vittoriosamente le prove che, inevitabilmente, siamo chiamati ad affrontare. Anche Gesù, ricordiamolo (Lc 22,42), pregò il Padre, con umanissimo timore, di far passare il calice della prova della Passione, ma si rimise alla sua volontà (il ditelismo è dogma di fede). Il Padre lo sostenne nella tentazione finale, quella di scappare dalla croce, e Cristo superando la prova potè affermare: "tutto è compiuto" (Gv 19,30).”””
-          Una cosa che non sopporto sono le persone che hanno la brutta abitudine di cambiare a loro piacimento il senso reale delle parole. Ora, avete sostituito la parola tentazione con prova , oltretutto il testo incriminato non è nemmeno tentazione ma indurre … voi avete di proposito spostato l’attenzione da indurre a tentazione in modo da cambiare il discorso a vostro favore, molto astuti!!
Queste sono furbate da 4 soldi …  il tema è sempre lo stesso Indurre in tentazione la parola fondamentale del l’intero discorso non è tentazione ma indurre alla tentazione, di senso ben diverso!

Sapete bene che la parola indurre non si può additare a Dio, e quindi astutamente la cambiate con prova  dato che la chiesa la spiega in modo completamente avulso dal suo vero senso reale, tanto per nascondere un pensiero erroneo che non sapreste come spiegare…

Dizionario italiano alla mano …. Cari miei siete italiani pure voi e quindi sottostante alla stessa lingua …. Non facciamo i furbi …

indurre (ant. indùcere) v. tr. [lat. inducĕre, comp. di in-1 e ducĕre «condurre»] (coniug. come addurre; part. pass. indótto, ant. indutto].


Fuori del campo religioso, allettamento, impulso o stimolo, esterno o interno, a compiere qualche cosa che non si dovrebbe: vincere una t.; resistere o cedere alle t.; con uso iperb. e scherz., desiderio di fare qualche cosa da cui si ritiene meglio astenersi: ho avuto la t. di dargli un ceffone; non ho resistito alla t. del gelato. Con valore concr., riferendosi alla cosa che tenta: un piatto di spaghetti alla carbonara: era una t. per me!; nel periodo dei saldi ci sono troppe t. nei negozî. 

Nella teologia cattolica, l’azione e il fatto di tentare o di venire tentato al peccato, intesa sia come prova a cui l’essere libero viene sottoposto per conoscerne la capacità di sottostare alla legge morale e religiosa, sia come stimolo o invito a compiere azioni moralmente cattive: t. di Gesù Cristo, nei vangeli sinottici, l’episodio in cui Cristo è tentato da Satana; le t. di s. Antonio nel deserto; le t. di Budda, di Zarathustra, di Maometto. Con valore soggettivo, la condizione di chi è tentato, cioè l’esperienza del soggetto religioso che subisce l’attrazione di una condotta contrastante con gli ideali della propria religione: non ci indurre in t. (frase della preghiera del Padre nostro). 


pròva (ant. pruòva) s. f. [deverbale di provare; ma un lat. proba è già documentato in età tarda e medievale]. – 1. Atto, o serie di atti, operazione, procedimento, aventi lo scopo di conoscere, verificare, dimostrare le qualità, le caratteristiche, la rispondenza a determinati requisiti di qualcosa, o anche le doti, le attitudini di una persona, o ancora la veridicità di un’informazione, la probabilità di un fatto e sim.: fare la p. (se non ci credi, facciamo la p.; fare la p. per verificare.


-          Come si legge le due parole per la chiesa cattolica pone,  tentazione e  prova ne danno una lettura similare, mentre per il contesto logico della lingua italiana e non solo, ha un senso ben diverso …
Tentazione è in realtà un parola che ha senso maligno fondamentalmente. Mentre prova ha un senso benigno se non neutro, perché la prova è anche positiva.  La tentazione ha un senso negativo, cioè io ti tento, te faccio cadere nell’errore, ti porto al male, questo è il senso reale delle parola tentazione, cosa che la parola provare non ha … ti metto alla prova ,  voglio verificare, ecc …
Da ciò si comprende la chiesa ha voluto in qualche modo far assomigliare per suoi interessi due  parole con senso diverso ed accomunarne i due sensi in unico senso …..

Ma come detto sopra la parola incriminata non è tentazione ma Induzione o meglio dire INDURRE …. Se paragoniamo questa parola alla parola prova, si vede che hanno un senso totalmente diverso,.
 Non si capisce quando non vi fa comodo, usate la lingua a vostro piacimento, invece di rispettare il vero senso delle parole .  
Se abbiniamo la parola Indurre a prova, e la confrontiamo con indurre alla tentazione il senso cambia ancora una volta .
Già il termine indurre ha un senso negativo di per se stesso ;  se associato ad altre parole ne potenzia l’effetto.
Indurre in tentazione o alla tentazione è lo stesso ….  Cioè portare la persona verso la tentazione …  ti porto al male;  ti faccio commettere un male; ti conduco a commettere un peccato!
Indurre alla prova … cioè portare la persona verso alla prova.  Indica che conduce il soggetto verso una prova, ma non dice in senso negativo, come è nella precedente frase.

Quindi Dio non potrà mai indurre un qualsiasi soggetto alla tentazione, ne induce nessuno, neppure alla prova …. Pone una prova ma non induce, l’azione dell’indurre è di sola competenza di satana …  è il maligno che induce, è il maligno che tenta, ma il maligno non prova. Infatti la prova è misurata, cioè secondo le possibilità di ognuno … mentre la tentazione non ha misura, esce completamente dalla logica della prova, faccio un esempio …
Abbiamo un ring da un lato il soggetto A e dall’altro il soggetto B, dal alto del soggetto A ci sono i suoi tifosi, così dall’altro …. I tifoni del soggetto  a continuano a dire : picchia, ammazza, dagliele, suonagliele, uccidilo, pestalo, ecc; dall’altro lato i tifosi B gli dicono solo, noi vogliamo che vinci la gara …. Il pugile A è spronato da suoi a far del male, quindi tentato, indotto; mentre i tifosi del pugile B, stanno a vedere senza dir nulla attendono l’esito dell’incontro.  Come finirà l’incontro? Che il giocatore A potrebbe vincere l’incontro, dato che è stato sobillato, indotto e tentato a far del male, mentre il B, ha giocato come era capace, pensando con la sua testa cosa doveva fare e come doveva agire …. Ecco la differenza tra satana e Dio.
Satana induce alla tentazione, sprona a far del male, a peccare ….Dio invece, attende che l’uomo ragioni con la sua mente e decida senza che Egli imponga all’uomo nulla, contrariamente a quello che fa satana.  
Ecco la differenza tra provare e tentare …


“”Sant'Agostino comunque ci insegna che "Aliud est autem induci in tentationem aliud tentari. Nam sine tentatione probatus esse nullus potest sive sibi ipse, sicut scriptum est: Qui non est tentatus, qualia scit?" (De Sermone Domini in Monte II,9.30), ovvero: "Una cosa è infatti essere indotto in tentazione e un’altra essere tentati. Infatti senza la tentazione nessuno è adatto alla prova, tanto in se stesso, come si ha nella Scrittura: Chi non è stato tentato che cosa sa? (Sir 34, 9.11)" Prosegue poi Agostino: "Quindi con quella preghiera non si chiede di non essere tentati, ma di non essere immessi nella tentazione, sulla fattispecie di un tale, a cui è indispensabile essere sottoposto all’esperimento del fuoco, e non chiede di non essere toccato col fuoco, ma di non rimanere bruciato. Infatti la fornace prova gli oggetti del vasaio e la prova della sofferenza gli uomini virtuosi (Sir 27,6)".””
-          La tentazione è utile per crescer in umiltà, è conoscere in propri limiti, per affinarci e resistere al peccato. Che sia indotta o che sia “essere tentati” è la stessa cosa …. Dio non tenta ne induce .
“Chi non è stato tentato che cosa sa? “ infatti chi tra gli uomini non è stato tentato non conosce il suo limite al peccato, non conosce come difendersi e come correggere il prossimo.
Ma attenzione questa frase ha un doppio trabocchetto, che neppure sant’Agostino ha compreso,  questa farse si può dire solo ad un essere umano, non a Dio … perché Egli conosce tutto senza aver mai subito tentazione … visto che satana viene in senso temporale molto dopo Dio. Quindi questa affermazione è valida solo per gli esseri umani, ed si può solo applicare a loro, anche se anche per certi esseri umani, potrebbe esserci una discrepanza in questa affermazione visto che Dio può dare la sua conoscenza, la sua saggezza, la sua sapienza a chi egli vuole senza che costui abbia subito tentazione o sia caduto nel male …
L’affermazione semmai denota, invece una conoscenza del peccato stesso, non una conoscenza della sapienza di Dio.  
Chi non è stato tentato non conosce la tentazione, cioè il peccato di cadere in tentazione, o di essere indotto in tentazione …
Anche S. Agostino non comprende che quella frase nel Padre Nostro “non ci indurre in tentazione “non è stata detta dalla bocca immacolata di Gesù.  Anche lui non ha capito, anche il  suo ragionamento è un ragionamento umano …

“”. Infatti la fornace prova gli oggetti del vasaio e la prova della sofferenza gli uomini virtuosi (Sir 27,6)"”” 
questo non centra nulla con l’induzione alla tentazione … esprime invece il concetto di Dio di prova come sopra da me esposto …  Dio prova senza indurre e senza tentare, Dio ti pone il test e satana fa di tutto perché tu inganni quel test.  È come uno studente agli esami, l’esaminatore in questo caso è Dio, ti pone le sue domande … sarai tu a dar risposta,  satana invece dietro di te, ti sobilla, ti spinge, ti induce, ti parla all’orecchio, ti sussurra e dice copia, scrivi i foglietti, usa tutti i mezzi a te necessari per arrivare, ruba il compito, cerca di copiare dal tuo vicino , sii furbo …. Mentre Dio sta alla finestra e guarda cosa il giovane fa …. Tutto qui quello che Dio fa … non tenta nessuno, e non induce nessuno, … aspetta solo la conclusione del compito! E alla fine darà il premio o la condanna, ma la responsabilità non è di Satana, ma del giovane … satana è il tentatore e l’induttore,  ma il peccato è del giovane …
quindi smettiamola di dire Dio tenta, ci porta alla tentazione, perché è falso, S. Agostino purtroppo gli è stato insegnata una dottrina già precedentemente malata, per cui si è auto convinto che quello fosse vero. Non tutto quello che ni santi scrivono è spirito santo, perché lo spirito se prende un essere umano, lo manda in estasi, e un soggetto quando è in quello stato non pensa, e non ragiona, per cui è impossibile svolgere anche le più banali  funzioni organiche in quello stato, e ciò significa che lo S. Santo è presente a momenti alterni in relazione al soggetto stesso.

Continuo  a ripete, Gesù non ha mai detto quella frase, verso Suo Padre Dio! Un figlio che dice al padre tu mi induci in tentazione, ma che figlio è?
Voi siete nella testa di Gesù per sapere cosa pensava?
Non estrapolate quello che volete addurre da spezzoni di testo delle sacre scritture … perché non serve a nulla!  
Avete con questo testo già dimostrato di saper usare bene l’astuzia che non appartiene a Dio, ma a satana.

“”Noi chiediamo al Padre nostro di non “indurci” in essa””…
-          Questa frase dimostra che voi non avete capito nulla, di chi sia Gesù, e ragionate come se la frase l’ha scritta o detta un uomo qualsiasi, quando è Gesù che parla al padre suo e non un uomo qualunque!
“Noi chiediamo al Padre”, ma il primo a chiedere al Padre, stato Gesù, se mi permettete e Gesù secondo le vostre menti eccelse avrebbe mai potuto chiedere di non farlo cadere o indurlo in tentazione?  E Gesù si sarebbe rivolto in questo modo a Suo Padre Dio?
Ammazza che considerazione che avete di Gesù?   


Mi fermo qui ....

Cmq voi teologi usate veramente molta scaltrezza per far combaciare le vostre tesi con il testo sacro, e questo non è da Dio! 

 Link del testo completo...

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Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!