Partiamo
dal esprime il senso del termine che tutti dovrebbero conoscere:
Esercitare la facoltà del giudizio: essere
capace, incapace
di g.; g. con la testa propria; anche, distinguere, discernere: g. ciò che è bene e ciò che è male; con uso intr.: l’occhio giudica dei colori, l’orecchio dei suoni.
Formulare dentro di sé, o esprimere, un giudizio di valore,
di merito, di approvazione o di biasimo su persone o cose (anche in questa
accezione è spesso usato assol.): g. dall’apparenza; prov., mal si giudica il cavallo dalla sella; g. a
occhio e croce,
approssimativamente, senza un esame approfondito; astenersi
dal g.; la
commissione lo ha giudicato idoneo; con riferimento a giudizi critici o estetici:g. un
libro, un
quadro, ecc. Più in
partic., formulare un giudizio di natura morale: lo
hai giudicato troppo severamente; non vorrei che tu mi giudicassi male (o che
tu giudicassi male i miei atti, il mio comportamento); spesso, il giudizio di severità o di condanna è implicito: si
fa presto a g.; è
troppo facile g. gli
altri; l’opinione
pubblica lo ha già giudicato; non
sta a te giudicarmi (anche intr.: non
hai il diritto di g. delle
mie azioni); ti
sei giudicato da te; cfr.
anche i passi evangelici: non giudicate e non sarete giudicati (Luca 6,37, lat. «Nolite iudicare et non
iudicabimini»), e non giudicate affinché non siate giudicati; infatti voi
sarete giudicati con lo stesso giudizio col quale avrete giudicato ...
(Matteo 7
1-2, lat. «Nolite iudicare ut non iudicemini. In quo enim iudicio iudicaveritis
iudicabimini...»). Con riferimento al magistrato, all’autorità giudiziaria,
emettere un verdetto, pronunciare una sentenza: g. una causa, una
lite, una
controversia (anche intr., g.di una causa, ecc.); il tribunale lo ha giudicato colpevole; è stato giudicato dal tribunale militare; in qualche caso, condannare: il
Duca ... molti di quelli cittadini punì in denari, molti ne giudicò alle carceri, molti all’esiglio, ed alcuni alla morte(Machiavelli).
Il
famoso discorso della montagna di Gesù:
(Vangelo secondo Matteo 5,1 – 7, 28).
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete
giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Perché osservi la pagliuzza nell'occhio
del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O
come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo
occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal
tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo
fratello. (7, 1 – 5; 1971)
Non
giudicate e non sarete giudicati (Luca 6,37)
Il discorso di Gesù non
fa una grinza è perfetto non solo perché Egli è Colui che lo ha emanato e
decretato, ma anche per logica è perfetto!
Correzione fraterna : giusta correzione…
Mt 18,15-18) "Se il tuo fratello commette
una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai
guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due
persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o
tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo
all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un
pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la
terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra
sarà sciolto anche in cielo".
Qualcuno si chiederà cosa centra
la correzione fraterna con il non giudicare! Eppure, centra !!
Il giudizio è quel termine
assoluto indissolubile dall'essenza stessa di Dio che determina una modifica dello
stato della cose, il giudizio provoca un cambiamento un mutamento dei fattori
iniziali. Per cui il giudizio è proprio ed unico di Dio, solo Dio sa con
precisione millimetrica, giudicare con severità, con giustezza, con perfezione
ogni singola lettera, ogni parola e frase, sono ponderate alla luce perfetta
dell’Onnipotente. Per cui, noi non
potremo mai competere con il suo giudizio perfetto. Imperfetti siamo, imperfetto
è il nostro giudizio! Per cui giustamente Gesù che è nel seno del Padre esprime
con preoccupazione il nostri superficiali giudizi e ci implora nel cercare di non giudicare nessuno, perché noi
non siamo nelle condizioni psichiche - spirituali per comprendere con
perfezione assoluta cosa sia bene o non bene.
Però Gesù stesso ci fa
comprendere che dobbiamo anche capire che il giudizio si scinde in due parti,
ce lo fa capire in un modo molto semplice con delle semplici parabole affinché
le nostre menti siano portate a capire rapidamente il concetto di base e perchi
ha la fortuna di essere toccato dallo Spirito Santo, di comprendere anche le
profonde sfumature che questo termine nasconde.
“Se il tuo fratello commette una colpa,…” “Non giudicate,
per non essere giudicati”
Sono due frasi diverse ma in realtà sono sottomesse alla medesima
parola giudizio!
Se devo corregge, un fratello qualsiasi esso sia, devo necessariamente
appellarmi per farlo al mio giudizio, si! Perché in realtà prima di giungere e determinare la correzione del fratello devo conoscere i risvolti che costui ha
compiuto e per conoscere tali risvolti, devo sapere e giudicare l’operato,
faccio un esempio, se vedo un ragazzo rubare qualcosa, la mia reazione normale
sarebbe come minino richiamare e fare restituire, se proprio non voglio
denunciare, ma tra il vedere e il richiamare, c’è in me un pensiero che sorge
spontaneo, che è un pensiero di giudizio, io giudico quel ragazzo che ha rubato
qualcosa, già il fatto di pensare che ha rubato, ho già espresso nella mente un
giudizio negativo, per tanto, nessuno può aiutare un fratello se prima non ha
condotto alla sua mente un giudizio, perché solo mediante il giudizio, posso
sapere e capire se c’è da correggere tale soggetto o no!
Ma
facciamo un altro esempio, in onestà. Se siamo in chiesa ed entra una donna
vestita con minigonna, ed un abbigliamento più che succinto, il soggetto-mente
che la vede può pensare, -se esso è lussurioso-, qualche apprezzamento e spesso
accompagnato anche da disprezzo, dicendo a se stesso che è una prostituta, che
immorale, ecc …. quindi la mente anche senza volerlo realmente fa peccato, perché
pensa che per quel luogo, quell'abbigliamento e atteggiamento è squallido, di
conseguenza non ci sarebbe nulla di male, li per lì se la persona gli venisse
voglia di richiamare la donna; ma il
problema sorgerebbe con le nostre leggi. Quindi di conseguenza, abbiamo che il
soggetto, pensando, ha giudicato, cosa che non avrebbe dovuto fare, ma questo
non è possibile per qualsiasi soggetto umano, non pensare a cosa si vede o cosa
si sente. Tutti pensiamo, tutti vediamo, tutto sentiamo e qualsiasi pensiero ci
balena nella testa. In effetti ogni giorno faccio altro che giudicare i nostri
simili, al mercato giudichiamo, ovunque giudichiamo, questo o quello, lo
giudichiamo per il bene o per il male, si anche il giudizio può essere bene e
non solo un male. Anche il meditare può
essere un pensiero di giudizio …. dipende cosa si medita. Anche la critica che si fa è un giudizio, si giudica un artista , lo si critica, oppure l'operato di un magistrato, di un medico, di carpentiere, di un giornalista, del capo dello stato, qualsiasi cosa diventa un giudizio.
È la nostra mente creata così che ci porta inevitabilmente a
pensare male o bene di un soggetto che compie un atto contro o favore di altri
suoi simili.
Quindi un altro soggetto che assiste a tale evento, nel momento
esatto giudica l’altro, anche se può o non può intervenire. Per cui se devo
richiamare e correggere un mio fratello chiunque esso sia, anche un prete o il
papa, un re o un presidente, lo faccio sulla base del giudizio che mi sono
creato su di esso, però c’è da distingue da giudizio a giudizio. Per quello che
dico, che il giudizio assoluto si divide in due parti fondamentali, il giudizio
per correzione è fatto a fin di bene, e non è un giudizio; il giudizio per
condanna è il vero giudizio quello che cambia la realtà delle cose. Uno è fatto
per correggere e recuperare quel soggetto affinché non compia più quell'atto,
mentre l’altro è una condanna, simile alla condanna a morte, perché è un
giudizio definitivo inappellabile. Anche la scomunica è un giudizio definitivo
una condanna a morte!!! Per cui anche la scomunica ricade sotto la legge stessa
di Gesù, di non condannare o non giudicare!!!
Gesù ci dice, che noi dobbiamo correggere i nostri fratelli, è cristianamente
corretto la correzione fraterna.
Gesù ci dice anche che noi non dobbiamo
condannare i nostri fratelli ma si fa uso sempre della medesima parola
GIUDIZIO!
Quindi il giudizio si
divide in due:
GIUDIZIO CHE DIVENTA CONDANNA ... Giudizio che trasforma la realtà
in condanna eterna.
GIUDIZIO CHE DIVENTA CORREZIONE … Giudizio che corregge gli errori degli altri.
ORA, se non si può giudicare, che sta a fare la correzione? È un
controsenso logico!
Quindi Gesù parla del Giudizio come CONDANNA … e parla della correzione
come un atto d’amore. In sostanza si
ha che l’amore è un giudizio.
Qualsiasi pensiero che noi abbiamo è un giudizio, ma c’è
distinzione tra giudizio di condanna e giudizio d’amore.
Il Signore ci dice di NON CONDANNARE ….
La frase di Gesù, si può anche scrivere così: “Non giudicate/condannate,
per non essere giudicati/condannati; perché con/l giudizio / la condanna con
cui giudicate/condannate sarete giudicati/condannati …. “ la frase non perde in
assoluto il suo senso, anzi lo esprime in maniera totale ed effettiva …
Senza un giudizio non si corregge nessuno! E tutto
ciò che passa per la nostra mente diventa inevitabilmente un giudizio, sempre
che sia una cosa rivolta verso gli altri … ma anche noi stessi ci possiamo autogiudicare.
Se
penso bene o male di un qualsiasi soggetto ne faccio un giudizio, per cui,
se devo correggere una qualsiasi persona non potrei correggerla se applicassi
esattamente il comandamento di Gesù, ma allora la giusta correzione non sussiste! E questo non è possibile.
Ma la parola stessa ci dice giusta correzione, cioè fatta con giustizia....
Come faccio a correggere un mio fratello se prima non l’ho
giudicato, non è possibile! Se prima non ho espresso un pensiero di qualsiasi
tipo e questo pensiero è un giudizio.
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"Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati."
Questa prima frase raccoglie in se stessa, tutto il concetto ma è molto profonda e mira con precisione a sentenziare cosa sia giusto, da cosa non lo è, e fornisce a noi dei paramenti precisi, che si celano nelle parole della frase stessa.
dice:
"Non giudicate, per non essere giudicati; "
Qui ci sono due giudicate/i la parola ha lo stesso senso... cambia solo l'introduzione del verbo essere. il primo non giudicate indica l'azione del nostro pensare ed esprimere con le parole perchè finché rimane nella mente, e non diventa reale il giudicare non si fa peccato, solo quando il giudicare diventa reale cioè parola o scritto ecco che si fa peccato.
Come sopra ho scritto c'è un giudizio e un giudizio.
"perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, "
infatti il termine giudizio indica proprio l'uso della ragione, Gesù intende per giudizio proprio l'uso del ragionare, quindi della mente, e appunto intende dire che con la stessa logica che si mette nel giudicare saremo giudicati.
e con la misura con la quale misurate sarete misurati."
questo discorso della misura ci fa capire che usa un metro di valutazione che è nella stesse parole di chi si accinge a giudicare , in pratica dice che con metro che ogni giudica quello stesso metro verrà usato contro il soggetto che giudica, per giudicarlo.
Essendo che Gesù ha espresso il pensiero del giusto giudizio e della giusta correzione il giudizio che non bisogna fare, è in realtà la condanna, questo è il giudizio che intende Gesù, in pratica nessun essere umano deve permettersi di condannare un altro essere umano, perchè noi non siamo Dio, e la condanna è solo di appannaggio suo.
Quindi con la ragione che è il giudizio, (quando si dice ha messo giudizio), l'attività mentale che tutti gli esseri umani fanno uso quotidiano, usa il giudizio su qualsiasi cosa, quindi giudicano(ragionano), quella cosa, quella persona o animale o evento.
Poi con l'uso della ragione, della logica, del giudizio, noi possiamo fare anche peccato, ma possiamo anche correggere con giustizia(cioè con l'uso del giudizio, cioè della logica, della mente, della ragione), come possiamo dare un giusto giudizio che è un un opinione, un parere, un consiglio,etc, senza però condannare perchè questo è il giudizio di cui parla la frase, cioè a noi non è permesso condannare nessuno.
"Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati."
Ma allora se non possiamo condannare nessuno, significa che l'anatema non è valido, ed infatti è così perchè Gesù che lo dice in altro passo dei vangeli quando rimprovera i sacerdoti del tempio che chiudo i cieli alle vedevo etc, cioè l'accesso al regno di Dio... Ecco chiudere l'accesso ai cieli, indica chiudere la possibilità di salvezza per alcuni esseri umani e Gesù dice che nessuno lo deve fare, questo è proprio l'uso dell'anatema il quale preclude la salvezza per talune anime ed è anche un atto di usurpazione della potestà di Dio e della sua sovranità.
Quindi la frase è esattamente un concetto di condanna, cioè che nessuno deve condannare alla geenna alcun essere umano, perchè chiudere i cieli alle anime è condannarli all'inferno, nessuno lo può fare, solo Dio, questo è esattamente il giudizio universale e personale.
Perchè se fosse stato che Gesù non avesse specificato nulla sulla giusta correzione, ne sul giusto giudizio, ne che avesse detto nulla ai sacerdoti del tempio, allora si che poteva essere intesa la frase, come giudizio generale, ma allora nessuno poteva neppure emettere un fiato verso alcuno, non si poteva neppure confessare, perchè anche la confessione rientra nel giudizio, perchè per confessare bisogna giudicare, con giusto giudizio e con correzione fraterna, ma non condannare.
Quindi l'Anatema è un atto di condanna!
Non sto giudicando nessuno, sto solo esprimendo, esplicitando
e chiarendo qual'è esattamente il concetto di Gesù.
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