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mercoledì 9 aprile 2014

INTERPRETAZIONE GENESI

GENESI.

Cap.1 .
Tutto il capitolo primo della genesi tratta del creare.
Vediamo di analizzare alcune parti interessanti della Genesi (creazione)

“In principio Dio creò il cielo e la terra.”

In principio cioè all'inizio degli inizi … prima della creazione della terra … ma questo è il vero cielo? E questa è la vera terra? Intanto leggiamo il resto del testo!

“La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. “
Dio disse:” Sia la luce!” e la luce fu.
“Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.”
“E fu sera e fu mattina primo giorno.”
Dio disse:” Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque “. Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che sono sopra l firmamento. E così avvenne. Dio chiamo il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina secondo giorno”.
Dio disse:” Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra e la massa della acque mare. E Dio vide che era cosa buona.”
E Dio disse:” la terra produca germogli, erba che producano seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con seme, ciascuno secondo la sua specie”.
“E così avvenne, la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina terzo giorno.”
Dio disse:” ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra. E cosi avvenne. Dio fece le due grandi luci,la luce maggiore per regolare  giorno, la luce minore per regolare la notte  e le stelle. Dio l pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era coda buona.  E fu sera e fu mattina quarto giorno.”

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Allora, come è la questione realmente? di che cielo, di che terra, di quali acque e tenebre, tratta nei primi giorni della creazione?
Da questa affermazione si rileva che il primo giorno avviene la creazione della materia chiamata terra e dello spazio chiamato cielo.  

Il primo giorno crea lo spazio(cielo) e poi la materia(terra), cioè ogni singolo pianeta. 

Quindi la terra era informe, cioè senza forma precisa, “La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. “ le tenebre ricoprivano l’abisso? 
Cos’è questo abisso? Una zona di separazione tra la terra ”materia”, pare che questo abisso fosse pieno d’acqua … la terra era circondata da acqua che creava un abisso attorno a se e lo spirito di Dio aleggiava attorno … si potrebbe dire che i pianeti in origine erano formati da una zona di materia(terra) e una zona attorno ad essa di acqua come una nube. La nube primitiva formata da un acqua particolare, nella quale era immersa la materia solida(roccia).

IL primo e secondo elemento della creazione è Spazio e Materia.

Ma tutto il discorso è da considerarsi all'inizio, un origine di cui noi non abbiamo alcun sentore e alcuna conoscenza.

Dio disse:” Sia la luce!” e la luce fu. , ma di quale luce si tratta? Potrebbe sembrare la luce del sole, ma non è quella del sole, parla di una luce, ma è una luce reale? Si, è reale tanto quanto spirituale, in realtà, la Luce di cui parla, è luce di Dio, che diviene visibile, nella materia. Una luce che illumina tanto quanto quella del sole o delle stelle, ma non è il sole. Possiamo dire che Dio si è reso visibile in forma di luce, quando generò la materia.

Quindi il terzo elemento della creazione è la luce.

Poi dice:
“Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.”
Parla della separazione, cioè dell’allontanamento delle tenebre dalla luce di Dio, tenebre,  sta dicendo esattamente che questa luce è in realtà intesa come il bene e le tenebre sono intese come il male, quindi fa capire che separa il bene dal male, primo giorno!

Ma anche separare le due entità materiche la Luce e la notte(oscurità)

Creazione di altri due elementi 5-6 La Luce e le Tenebre

Dio disse:” Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque “. Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamo il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina secondo giorno”.

Vediamo di capire un po’ la questione.. intanto dopo la creazione della materia chiamata terra e sicuramente in ciò esiste anche la creazione della terra(pianeta) e di tutto l’universo  e dello spazio chiamato cielo, Dio crea il firmamento e gli da il nome di cielo, ma se guardiamo bene la medesima parola è già stata usata al primo giorno, allora di che Cielo si tratta nel primo giorno?

“In principio Dio creò il cielo e la terra.” Se in principio vi era già un cielo e una terra(materia), allora le medesime parole cielo che terra, sono state usate per indicare cose diverse. Perché se il principio, sussisteva un cielo e una terra, non indica la nostra terra e il nostro cielo, ma bensì una terra e un cielo non terrestri. Possiamo dire che Dio vive in una sua terra con un suo cielo, la quale è chiamata terra, come dire mondo, come dire pianeta, e con un cielo, come dire atmosfera, come dire spazio. Ciò si comprende che esistono molte terre e molti cieli di diversa origine e di natura, ma con la medesima parola si intendono cose differenti.

“Dio fece il firmamento” dice “fece” , cioè creò il firmamento che non sarebbe altro che la volta celeste o meglio dire, ciò che noi dalla terra vediamo guardando il cielo sia durante la notte e durante il giorno, cioè lo spazio infinito quindi il firmamento non è altro che lo spazio infinito …

Il firmamento in mezzo alle acque, ma di che acque parla? Sono vere acque? O cosa sono?
Certamente il riferimento va non alle acque terrestri, ma alle acque spaziali che molto probabilmente esistevano in origine, le quali erano molto più abbondanti nello spazio di quanto non lo siano ora.  Qui ci fa capire anche un'altra cosa che in origine lo spazio era più piccolo, e che esso era come immerso nelle acque. Come un guscio che racchiudeva in se una quantità di acque e all'interno si realizzava tutto questo....Per dire il firmamento in mezzo alla acque, ciò significa che separa le acque mediante la creazione dello spazio, che viene posto al centro delle acque, le quali si separano formando due strati le acque che poi cadranno sulla materia sotto forma di pioggia(pianeti, terra) e quelle che rimarranno nello spazio.
Il firmamento è lo spazio infinito quindi se le acque fossero state vere acque, dovremo dire che lo spazio era pieno di acqua, ma è vera acqua? No, non è esattamente l’acqua che noi conosciamo, è un acqua non acqua, è un acqua spirituale, più simile al vapore che all'acqua liquida. Quindi il firmamento era composto da un particolare tipo di acqua, in cui in origine era immerso. Potremo dire che l’acqua in cui erano immersi i pianeti e tutto il resto è una forma di plasma che ha le medesime caratteristiche dell’acqua, ma non è realmente acqua.

Ma il cielo che cos'è? Noi lo chiamiamo cielo perché Dio lo chiamò così! Ma per noi il cielo è lo strato di atmosfera che separa la terra dallo spazio, ma il cielo forma attorno alla terra un globo o quasi, a seconda della forma del pianeta, ma quando parla di cieli, cosa intende?

Se il cielo al singolare è quello della terra, i cieli al plurale cosa sono? Ebbene per i cieli si intende sia il cielo terrestre, che lo spazio circostante, che lo spazio in cui è inglobato il sistema solare, ma i cieli sono anche quelli di ogni singolo pianeta o stella, ma è chiamato cielo per Dio anche lo spazio che circonda una galassia, un sistema di galassie o lo stesso universo. Quando si parla dei sette cieli, si fa riferimento ad ogni singolo cielo a partire da quello di un pianeta fino ad arrivare alla massima dimensione possibile. Quindi abbiamo il pianeta/stelle(terra/sole) cielo(atmosfera); il sistema solare spazio in cui vive(cielo); galassia, spazio(cielo); ecc. fino al 7 grado che corrisponde con l’universo. Esiste però anche l’ottavo cielo che però è uno spazio ”cielo” di natura soprannaturale, che identifica la natura stessa di Dio. Il termine cielo è inteso in senso di globo, come fosse uno spazio contenitivo all'interno del quale vive quel determinato spazio e si verificano  determinati eventi, questi spazi interagiscono tra di loro, ma possono anche facilmente venir governati.  Immaginate delle sfere una dentro l’altra così è costituto l’universo. Esso è la sfera principale, al suo interno via via sempre più piccolo fino ad arrivare al singolo pianeta o stella.
Separa le acque che stanno sui pianeti da quelle che stanno nello spazio. Praticamente rende liquido il vapore (pioggia,acqua,mari,fiumi) quello sotto il cielo=(firmamento) e quello sopra il cielo rimane vapore.
Poi sulla terra separa il cielo in altri strati.

Fu sera e fu mattina, è un modo per indicare un arco di tempo, nello spazio temporale. Secondo giorno! Se un giorno terrestre dura circa 24 ore, un giorno universale quanto durerà?

Quindi dire mattina e sera è solo in relazione alla durata del giorno universale di cui nessuno sa quanto sia…però fatte le dovute considerazioni si potrebbe determinarlo…questo è un altro discorso.

altro elemento il 7 il firmamento.

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Dio disse:” Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto, terra e la massa della acque, mare. E Dio vide che era cosa buona.”
E Dio disse:” la terra produca germogli, erba che producano seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con seme, ciascuno secondo la sua specie”.
“E così avvenne, la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina terzo giorno.”
Qui sembra proprio  che si parli della formazione reale della terra  e della creazione del regno vegetale … la luce che illumina la terra è ancora la luce di Dio …. Luce creatrice e generatrice. Terzo giorno.

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Dio disse:” ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra. E cosi avvenne. Dio fece le due grandi luci,la luce maggiore per regolare  giorno, la luce minore per regolare la notte  e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona.  E fu sera e fu mattina quarto giorno.”

… vediamo qualcosa di interessante … dice: ” ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte …. Dio fece le due grandi luci, la luce maggiore per regolare  il giorno, la luce minore per regolare la notte  e le stelle.”  Ecco qui, Dio crea il sole e la luna, nelle parole “Dio fece le due grandi luci” sottolinea che le ha create in questo”giorno” lo sottolinea anche dalla frase, “Dio le pose nel firmamento del cielo”  le pose, collocate; oltretutto specifica che il firmamento del cielo è lo spazio …  quarto giorno!.

In questo passo si nota la differenza che c’è tra le terra come materia e la terra come pianeta, ma anche la differenza tra cielo terrestre  e cielo non terrestre, tra luce di Dio e luce del sole. Tra tenebre (male) e tenebre mancanza della luce del sole. Se non fosse stato specificato questo passo, allora si sarebbe pensato che dal primo giorno in poi, si parlava direttamente solo della creazione terrestre, ed invece non è così. Il primo giorno Dio parla della creazione della materia, anche della creazione del nostro mondo, al meno in origine e della Sua uscita dall'invisibile per divenire visibile sotto forma di luce, parla anche della separazione tra tenebre cioè male e luce cioè bene.  Poi dal terzo giorno si ha la creazione effettiva della terra con le sue creature.

Quindi fino al quarto giorno non esisteva la luce delle stelle, ne del sole, ne un suo riflesso(luna) ma vi era un luce diversa.

L'ottavo elemento la creazione delle stelle, Sole/i. e (satelliti) Luna

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Dio disse:” le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra davanti al firmamento del cielo” Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano nelle acque, e gli uccelli alati, secondo la loro specie. Curioso il fatto che specifichi gli uccelli alati!! Come se ne esistevano anche di non alati, questo fa capire che esistevano anche  non alati.

Dio li benedisse “ siate fecondi e coprite la terra ….” Quinto giorno.
Prima creò i pesci e poi gli uccelli …
Dio disse” la terra produca esseri viventi secondo la loro specie bestiame, rettili, bestie selvatiche,” dio disse che era cosa buona … .
Qui identifica i vari tipi di animali, ma la cosa curiosa, che indica il bestiame da allevamento, dalle bestie selvatiche, quando la scienza insegna che il bestiame è originato dalla bestie selvatiche, invece nel brano della genesi, sembra che il bestiame venga creato per primo, a seguire dai rettili e dalle bestie selvatiche.

Dio disse:” facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, e domini sui pesci del mare, e sugli uccelli del cielo, sul bestiame,  su tutte le bestie selvatiche, sui rettili ….”

Non parla di sua immagine, ma di nostra!!! Perché parla al plurale?

Sottolinea anche un altro aspetto, usando la parola nostra, sempre che la traduzione sia esatta….ma prendiamola per giusta… sappiamo che ci sono gli dei Onnipotenti che sono gli elohim, quindi “nostra” perché non parla solo del Dio creatore ma il riferimento è in accordo con tutti gli altri dei Onnipotenti. 
Sesto giorno!

Cap. 2, 4
“Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre(selvatico) era sulla terra, nessuna erba era spuntata …. perché il Signore non aveva fatto piovere … “

Perché aveva trattenuto le acque cioè le  nubi. 

Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffio un alito di vita … alito = anima o spirito.
L’essere umano è stato creato, plasmato usando la materia(terra)

Creazione del giardino!
Si legge: Dio piantò un giardino in Eden, / a oriente e vi collocò l’uomo. ……..  Un fiume usciva da Eden, per irrigare il giardino, poi lì si divideva e formava 4 corsi.  Il primo Pison, scorre attorno al paese di Avila, dove vi è l’oro, l’onice, la resina odorosa(incenso); il secondo Ghicon scorre attorno all’Etiopia. Il terzo è il tigri. Quarto è l’Eufrate

È probabile che Eden fosse un zona primordiale almeno quello che esce dopo il periodo di stabilizzazione, dato dalla creazione sia della terra che delle creature in esso.

Da quello che si sa la terra ha effettuato diverse inversioni di campo magnetico, il nord poteva trovarsi al momento della creazione pure a sud e viceversa, o in altra posizione, per cui nessuno può sapere esattamente dove il giardino era collocato con precisione, se verso il nostro oriente cioè l’asia o verso il nostro occidente; visto che il continente era un ammasso unico, il polo sud poteva trovarsi verso est anziché verso ovest.  Chi ci dice che il giardino non sia proprio al polo sud? No non era, era posto dove oggi Israele.

Sarebbe pure stato un bel modo per occultare sotto i ghiacci eterni alcuni segreti.
A oriente del mondo, vi collocò l’uomo che aveva plasmato, pose l’uomo su quel territorio, qui però non dice esattamente dove l’uomo fu plasmato, ma lo colloca presso questo posto.. Poi dice, che piantò in Eden un giardino, dice che un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino… il termine uscire in questo caso potrebbe far sembrare che il giardino non fosse in Eden, invece il termine sta ad indicare che la parte dove nasce e scorre questo fiume è una zona specifica dell’Eden, probabilmente si riferisce alla zona montuosa dell’Eden, quindi usciva da questa zona forse una catena montuosa chiamata EDEN. Uscire come dire scorrere.
Mi fa pensare che l’eden era collocato ad occidente o a oriente a seconda se il polo nord era a nord o a sud.…

Saltiamo per ora la creazione dell’uomo e della donna.

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Cap 3, 24.
Dio scaccio l’uomo da Eden,  perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto”. Cioè da dove era stato plasmato, di conseguenza dice che l’uomo non è nato nel giardino di Eden, ma fuori di esso cioè in Eden.

“……… e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via dell’albero della vita.

I cherubini sono più di uno … un certo numero di cherubini … forse due?
La fiamma della spada folgorante ….. cos’è?
Parla della fiamma appartenente alla spada folgorante
Dovremo capire cos’è la spada folgorante?
Se guardiamo l’arcangelo Mikael esso ha una spada che genera una folgore, quindi questa è la spada che cita il passo biblico. È la spada di S. Michele. E ciò va in accordo con la caduta di lucifero, avvenuta il primo giorno.

Se osserviamo oggi, ci sono diversi santuari in Europa che tracciano una linea diritta dove si dice che San Michele abbia colpito la terra e cacciato dentro il drago satana.
Potrebbe essere che la spada indichi questa linea che in realtà è il segno per indicare dove cercare la via all’albero della vita.

Ora parla solo della fiamma che la spada genera, cioè il fulmine, saetta o folgore.
Le ipotesi sono almeno due: o  un fiume, ma non un fiume normale forse un fiume di fuoco, tipo una lingua di lava, o una faglia.  Oppure una zona che è soggetta da forti fulmini e forti scariche elettriche. Che proteggono la via  verso l’albero della vita eterna.

Da dati forniti potremo tentare di capire dove potrebbe essere una possibile collocazione.

Riassumiamo:
4 fiumi che nascono  dopo d’essere usciti dal Giardino, ma il fiume che irriga il giardino nasce da Eden. (scorre verso il giardino)

Si comprende che Eden è una regione vasta, nella quale, vi è il giardino “e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via dell’albero della vita.” Oriente del giardino vi sono i cherubini e  la fiamma (fulmine o lingua di fuoco di un vulcano). Potremo pensare che se la linea sacra di S. Michele è il colpo che l’arcangelo diede alla crosta terrestre sia indicativa verso una direzione, ad oriente del giardino vi sono i cherubini che proteggono la via, si potrebbe pensare che l’antico giardino si possa trovare nel bacino del Mediterraneo, considerando che a quei tempi il mediterraneo non esisteva.  Bisogna considerare che il continente primitivo non  era nella posizione attuale, che l’Italia e tutta l’Europa erano unite con l'Africa, se osserviamo le coste, dell’ Italia sono molto simili alla forma dell’nord Africa, considerando erosione, spostamenti tettonici,  ecc., e chissà quale posizione avevano esattamente, ma potremo anche ipotizzare che la linea sacra di S. Michele fosse posta in senso orizzontale rispetto ad ora, proprio a segnare una direzione verso l’attuale stretto di Gibilterra. Cioè da Gerusalemme verso l’Atlantico.

E cherubini chi possono essere e quanti sono? Forse due? O di più?

Vediamo di capire la natura stessa di un cherubino, forse la scelta del tipo di angelo non è causale, ci vuole dir qualcosa …secondo tradizione ebraica il cherubino è un robot, in realtà vengono descritti come delle macchine, quindi c'è da capire cosa sono realmente, mentre secondo tradizione cattolica: il cherubino è un angelo dall'aspetto di fanciullo o bambino o giovane di delicate fattezze e solitamente molto belli e con un particolare candore. Il cherubino è candido, bello e gioioso.  Hanno 4 ali, e una testa con 4 volti, uno d’uomo, uno di aquila, una toro, e una di leone, come i 4 esseri viventi ; hanno la funzione di protettori di Dio su questo punto, può essere credibile la questione di esseri corazzati….  Applicato ad un luogo, potrebbe indicare che la zona è vergine, che richiama l’origine, è bella e pura, ma potrebbe contenere in se tutti i 4 esseri, gli umani, fiere, uccelli, erbivori. Ma vi è la fiamma folgorante cioè il fulmine che protegge la via, quindi una zona estremamente elettrica, vediamo le caratteristiche di una zona con altissima concentrazione di fulmini , deve certamente essere sufficientemente umida, quindi con corsi d’acqua, formazione di molte nubi e temporali potenti, forse vi sono anche rocce magnetiche, potrebbero esserci dei vulcani …  (es: Islanda)

Ora andiamo indietro nel tempo, i continenti come oggi li conosciamo non c’erano, probabilmente ve ne era uno solo …. Quindi se osserviamo la forma delle coste degli attuali continenti, notiamo che si evidenzia una forma analoga compenetrante l’uno con l’altro, questo cosa fa capire, però si sa che le acqua si sono alzate e che quindi nel corso delle varie epoche ed ere, le terre sono emerse e sprofondante cambiando l'olografia delle terre emerse, che i mari interni non vi erano, che i continenti così come sono posizionati non erano. Il mediterraneo non vi era e probabilmente la penisola italiana era in tutt'altra posizione accorpata all'Africa e molto probabilmente la Turchia e la Grecia erano tutte unite assieme,  il giardino si trova presso l'attuale Iraq, quindi 

Si legge: Dio piantò un giardino in Eden, / a oriente e vi collocò l’uomo. ……..  Un fiume usciva da Eden, per irrigare il giardino, poi lì si divideva e formava 4 corsi.  Il primo Pison, scorre attorno al paese di Avila, dove vi è l’oro, l’onice, la resina odorosa(incenso); il secondo Ghicon scorre attorno all’Etiopia. Il terzo è il tigri. Quarto è l’Eufrate ...................

Il giardino viene creato in Eden, in una zona ben precisa … 
A oriente dell’Eden collocò l’uomo …. Da quello che si comprende, l’eden è una regione montuosa perché da essa nasce un fiume che poi va ad irrigare il giardino, uscendo da esso si divide in 4 corsi ….  Per formare i 4 corsi d’acqua,  il fiume d’origine deve avere avuto una certa portata d’acqua, altrimenti formava 4 torrenti e non certo dei fiumi … quindi enorme, tipo il Rio delle amazzoni.
Ora è molto probabile, che in origine il Sahara fosse sicuramente una zona montuosa, con foreste, che nessuno dei bacini idrici attuali fosse nel posto di oggi, che i mari interni non vi fossero, come il Mediterraneo, il Caspio, Mar Nero,  Mar Rosso,  golfo Persico ecc.. Quindi dire con sicurezza dove prendessero origine i 4 fiumi è molto difficile … visto che un fiume nella storia può cambiar il corso diverse volte e anche sparire. Però se il Tigri e l’Eufrate sono ancora lì, significa che la zona è quella, anche se gli altri due non appartengono a questa regione, uno è in Africa cioè il Ghicon(potrebbe essere il Nilo), però il Nilo scorre verso nord,  il Ghicon gira attorno all'Etiopia, cosa che in Nilo attuale non fa, potrebbe invece essere che anticamente il corso del Nilo non fosse quello attuale; altro il Pison dice che scorre attorno alla regione d’Avila, dove vi è oro di ottima qualità,  onice e resina profumata(incenso e mirra). Le piante odorose, crescono soprattutto in climi caldi, Arabia, Africa, ecc. anticamente gli Egizi si fornivano di onice da delle miniere sia in Arabia che in Africa. Ma certamente il fiume che scorre attorno all'Etiopia doveva sfociare verso sud non verso nord come il Nilo, visto che Eufrate e Tigri sono fiumi che nascono a nord.
Un'altra cosa non sappiamo quanto fosse lungo il primo fiume che raggiungeva il giardino prima di dividersi in 4: Pison, Ghicon, Tigri, Eufrate. E non conosciamo la sua sorgente. Di conseguenza dire che il giardino coincida con Israele è una forzatura; sono convinto che Dio non abbia fatto coincidere Israele con il giardino, per evitare alcune conseguenze. Ma abbia ben nascosto all'uomo la posizione dello stesso.
Ammettiamo per ipotesi, che il Pison sia il fiume Giordano, ma questo doveva allungarsi molto di più e arrivare a scorrere attorno alla regione d’Avila(penisola arabica).
Secondo me il Pison formava un lago al centro del quale vi era questa regione(isola) chiamata Avila ecco perché si dice scorreva attorno. Consideriamo che dopo il diluvio la medesima regione sarà stata sommersa dalle acque per cui al centro vi era sicuramente un isola che emergeva, Avila, può essere l’Arabia, ma può essere anche una regione dell’Africa, sono più propenso per l’Arabia.

Anche per il Ghicon:” il Ghicon scorre attorno all'Etiopia”, può essere benissimo che in origine il Nilo circondasse l’Etiopia come se fosse un isola  nel fiume, poi con il diluvio, terremoti ecc, abbia preso, più o meno il corso attuale. Consideriamo che il Mar rosso non vi era, quindi l'Africa era unita con la penisola arabica di conseguenza  è logico che prima del diluvio vi era questo fiume il Ghicon(Nilo) che si allargava molto e formava un isola grande come una regione, ma anche il Pison faceva la stessa cosa.  Consideriamo che a quei tempi l’erosione dell’acqua sulle rocce non aveva formato alvei profondi e i letti dei fiumi erano sicuramente molto più larghi di oggi, però c’è da capire la direzione della corrente dell’acqua, in origine prima del diluvio … molto probabilmente andava verso sud.
Può benissimo essere che il grande fiume provenisse da zone del pianeta molto lontane, per esempio in sud America o in nord America, oppure nel nord dell’Europa o anche l’Asia. Però considerando che le catene montuose più vecchie non sono quelle della catena dell’Himalaya, ma di altre parti del mondo, si potrebbe pensare che non sia l’Asia l’origine del grande fiume che dissetava il giardino in Eden.


giovedì 20 marzo 2014

San Basilio avverte di un pericolo imminente per la Russia!!

Specifica della Profezia di San Basilio... 


Il Signore Dio Onnipotente Re dei Re, Signore dei Signori, Gesù il Cristo, mi ha appena comunicato queste parole per la Russia..... è un avvertimento....ho posto di proposito il passo di San Basilio.

"La grande Russia che si è convertita al cristianesimo e che tiene forte il vessillo di Cristo, contro le armate di satana, deve guardarsi le spalle, da molti nemici, i suoi tesori non sono al sicuro, la dove sono!  da lontano verrà il fuoco distruttore."

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"La città fondata da Pietro sarà grande," 

questa frase non è riferita a Pietro apostolo, perchè non ha fondato nessuna città, ma alla città fondata dallo Zar Pietro il grande cioè San Pietroburgo.

Questa frase va in accordo con quella precedente.

" saneranno le ultime piaghe lasciate dal sole..perché un fuoco misterioso la scioglierà e tutto avverrà nel giro di una notte...." Un sole che crea piaghe, il santo ha visto come un sole, ma non il sole, cosa assomiglia ad un sole, che la capacità di fondere le pietre e provocare piaghe? Solo una arma nucleare ha la temperatura necessaria per fonde le rocce, e provocare piaghe da radiazioni; oppure un vulcano! in questo caso il vulcano può fondere tutto e causare ustioni. Però il monaco non sa di che tipo di fuoco si tratta, se fosse stato un vulcano lo avrebbe visto e descritto in altro modo, "è un fuoco misterioso" qui si capisce bene che vi sarà esplosione nucleare, la quale avverrà di notte, infatti l'esplosione è rapida e distruttiva, e in poche ore termina. mentre il vulcano potrebbe avere una conseguenza molto lunga.



SI POSSONO TOGLIERE I CARISMI?

Il carisma strappato al Fondatore dei Francescani dell’Immacolata

Ordine dei Francescani dell'Immacolata(di Maurizio Grosso) Un altro ritornello delle nuove autorità, dopo il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, dice così: il carisma fondazionale, che Dio ha ispirato a P. Stefano M. Manelli, seguito da P. Gabriele M. Pellettieri, e che la Chiesa ha definitivamente riconosciuto con l’approvazione pontificia del 1998, non appartiene più ai Fondatori ma alla Chiesa. Ergo a P. Volpi e alle nuove autorità. Conclusione affrettata e falsa, direbbero subito i defensores novitatis. Ma vediamo perché.  
Nuovo aut aut: o il fondatore o il carisma
Il carisma appartiene alla Chiesa. C’è del vero, certo, in questa posizione, ma non è tutto oro ciò che luccica. Anzi. Ad esempio, da qui, il carisma appartiene alla Chiesa, fino a denunciare nei timidi frati che si appellavano ai Fondatori perché si rispettasse il loro stile di vita, «gravi errori in campo ecclesiologico circa principi fondamentali della vita religiosa», insieme a «una grande povertà spirituale e una dipendenza psicologica incompatibile con la “libertà dei figli di Dio” che si presuppone in chi si impegna in una donazione totale al Signore per mezzo della consacrazione religiosa» (Lettera dell’8 dicembre 2013), ne passa un bel po’.
Una sorta d’infantilismo spirituale è l’accusa, che non li ha portati a fare il salto di responsabilità. Quegli ignavi fraticelli, invece di prendere il cielo con le mani e salutare acclamanti il salvatore dell’Istituto, colui che avrebbe tratto i frati dalle caligini della deficienza spirituale, sarebbero invece non solo testardi, ma anche ignoranti: «Volete capire che il carisma appartiene alla Chiesa, sì o no!». E via con questi slogan.
I frati e i laici sarebbero ancora attaccati alla gonnella di P. Manelli, e questo li avrebbe portati a schierarsi, quasi in modo compatto, dalla parte della fedeltà ai Fondatori per preservare la fedeltà alla loro identità.
Altro è il fondatore altro il carisma. L’operazione che urge è dividere in modo drastico il carisma dal fondatore e così far rinsavire quegli sprovveduti con una teologia carismatica, di chi di vita religiosa se ne intende, e come, fino a stracciarsi le vesti, lui e i suoi collaboratori, al sol sentire: «il carisma lo ‘possiede’ il fondatore», «rimango dalla parte del fondatore per rimanere dalla parte dell’autentico carisma».
Carisma fondazionale, non potestativo
Bisogna anzitutto inquadrare il problema. Parliamo del carisma fondazionale, cioè di una grande ricchezza spirituale vivente nella regola, nelle costituzioni e negli statuti propri, i quali designano il diritto proprio dell’istituto, e non mirano certo a tarpare le ali della sequela radicale del Vangelo e della conformità al Christus patiens, ma a incanalarle nel solco veritativo di una tradizione spirituale, ascetica e mistica, che precede quel carisma e che si genererà poi anche a partire da quel carisma. Il carisma è un grande itinerario spirituale che, con il riconoscimento della Chiesa, diventa finalmente autentico: viene da Dio e porta sicuramente a Lui, esprimendo una tipicità nella via della santità cristiana, una nuova ricchezza dottrinale e spirituale.
Certamente il carisma è della Chiesa, quando l’Ecclesia Mater, riconoscendone la sua ispirazione divina, lo approva. La Chiesa non pretenderà però di sostituirsi all’ispirazione originaria sostituendosi al fondatore; al contrario, con l’approvazione darà al portatore del carisma proprio il suo status di “fondatore”. Infatti, spetta alla competente autorità della Chiesa «curare che gli istituti crescano e si sviluppino secondo lo spirito dei fondatori e le sane tradizioni» (Codice di Diritto Canonico, can. 576).
Al contempo, si permetterà a tutta la Chiesa di poter beneficiare di un nuovo dono, un nuovo itinerario della sequela Christi, disponibile ormai per tutti, anche per altri, religiosi e laici, che vorranno ad esso richiamarsi ed ispirarsi. Appartenenza del carisma alla Chiesa significa finalmente cattolicità di quel carisma: un dono fatto non solo a quella famiglia religiosa, ma a tutta la Chiesa, ad ogni cristiano.
Invece, p. Volpi e i suoi discepoli difendono con le grinfie l’ecclesialità del carisma in modo da blindarlo e così strapparlo ai “neo-dissidenti”: il Fondatore e i frati che lo seguono. Segno, a dir poco, di modesta ecclesialità. Perché non permettono al gruppo maggioritario dei frati di costituire un altro ramo scegliendo il medesimo carisma nel suo sviluppo omogeno, ispirato dai Fondatori e approvato dalla Chiesa? Segno di povertà ecclesiologica ma di potere ecclesiastico?
Perciò, pur appartenendo ormai alla compagine vivente del Corpo mistico del Signore, il carisma non smette di conservare la sua origine divina e umana: il suo provenire da Dio e da un fondatore, i quali rimangono sempre la causa efficiente del carisma, una principale e l’altra strumentale. Dimenticare da dove il carisma proviene significa dimenticare primo o poi lo stesso carisma. In concreto: esiliare i due fondatori, trattandoli come fraticelli qualunque, con il pretesto che il carisma non è più dei fondatori, significa provocare, prima o poi, in un prossimo futuro, uno smarrimento dell’origine. Si pensi a un uomo vivo che non sa chi sono i suoi genitori. La stessa cosa.
Se S. Francesco potesse parlare
Ma c’è di più. L’appartenenza del carisma alla Chiesa necessita sempre una testimonianza vivente che possa contribuire alla sua vivificante implementazione a favore di tutto il popolo di Dio. Un carisma non è un fossile privo di vita, o, per dirla con Papa Francesco, «non è una bottiglia d’acqua distillata». È vita di un ordine religioso, di un istituto, di un’associazione pubblica di fedeli. E perché vita, conosce un progresso che genera vita, che genera la santità della vita. Così i Santi (fondatori o discepoli) sono i testimoni più autorevoli di quel carisma, della sua intrinseca bontà, che così è lievito per tutta la Chiesa.
Un fondatore non può essere accantonato se non per smarcarsi da questi e trasformare un ordine religioso in un’altra cosa. Il problema dei maggiori ordini religiosi, la grave crisi identitaria e vocazionale in cui versano, non è dovuta proprio all’aver “esiliato” i fondatori e quindi la regola per cercare un ammodernamento della vita religiosa al passo con i tempi, considerando quelli del fondatore ormai superati? Il tempo e il mondo di oggi hanno messo da parte il tempo e il mondo di S. Francesco, ad esempio; ma con il tempo e il mondo del Serafico d’Assisi si è messa da parte anche l’osservanza del Vangelo di S. Francesco d’Assisi.
È nata la cosiddetta “Questione francescana”, la quale potrebbe essere ricondotta proprio a questi termini: da una parte S. Francesco e dall’altro i francescani, senza possibilità di un incontro vivo se non mediante il metodo storico-critico applicato alle fonti, vivisezionate e lasciate in ogni caso nel loro passato storico. Così la vita si spegne e S. Francesco rimane un personaggio della storia, che non ha più niente da dirci se non suscitare forse la nostra ammirazione per il suo amore agli uccellini.
No. S. Francesco parla ancora attraverso i suoi scritti, i suoi esempi, le sue opere. E parla soprattutto attraverso i suoi figli santi, i grandi Santi dell’Ordine Serafico.
Allo stesso modo (rispettando la debita analogia), è semplicemente pretestuoso dire: mettiamo da parte p. Stefano Manelli perché il carisma appartiene alla Chiesa. Non è necessario che il fondatore sia santo, se lo è ancora meglio, perché rimanga testimone autorevole di quel carisma nella Chiesa, ma è necessario che il carisma sia approvato dalla Chiesa perché gli sia riconosciuto il ruolo testimoniale di fondatore. Ruolo testimoniale che si specchia nel suo compito di guida, sub ductu Ecclesiae, nell’implementazione corretta di quel carisma.
Il fondatore rimane il testimone e il maestro più qualificato di quella ispirazione carismatica, della cui corretta interpretazione può beneficiare tutta la Chiesa. A lui, ai suoi scritti, alle sue opere, si può e si deve ancora ricorrere, e così si è sicuri di non sbagliare. Come può rivivere oggi l’ardore fondazionale, le cosiddette “origini”, se non per mezzo della presenza vivificante della memoria del fondatore? E se poi, guarda caso, questi è ancora vivo, non è meglio?
Metterlo da parte, senza motivi, senza accuse fondate e dimostrate di suoi presunti abusi, ma solo per ragioni altre, che al momento rimangono oscure, non è un bel servizio che si fa alla Chiesa. O meglio, è quel servizio che alcuni uomini di Chiesa hanno fatto ai figli eletti della Chiesa in determinati momenti nodali della storia.
Svela in ogni caso chiaramente la mens dei nuovi arrivati: strappare il carisma a chi lo “possiede”, e presto trasformarlo in un’altra cosa. Senza un’origine e perciò senza più quelfine. Si riaprirà un nuovo capitolo della Questione francescana, che soffocherà, presto o tardi, lo «spirito dei fondatori e le sane tradizioni». (Maurizio Grosso)

martedì 18 marzo 2014

Quando una benedizione è valida?

 Benedizione o esorcismo!

Una persona mi diceva, un sacerdote che non ha nel suo cuore Gesù e benedice in suo nome, benedice con il potere di Dio?

Bellissima domanda, ma a tal proposito ci viene incontro il fatto dell’esorcista estraneo.

“Giovanni rispose a Gesù dicendo: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". 39 Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.”

Cosa fa capire questo discorso che ho già fatto in altro momento, ma non ho trattato questo particolare.

Gesù dice: "Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me.”

Ma questo cosa significa, che per fare un miracolo bisogna che la persona creda fermamente in Gesù, e quindi bisogna che ottemperi ad un altra parola, Luca 17,5-10, ”Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.”


Ma cosa significa in effetti, che se in un uomo che vuole benedire o esorcizzare in nome di Gesù non c’è fede, cioè non crede fermamente in ciò che fa, nessuna benedizione viene mediante questo soggetto. Perché per muovere a pietà, Dio e che faccia il miracolo( specifichiamo, che un miracolo è anche una benedizione, non solo una grazia), ci vuole una fede grande come un granello di senapa. Questo ci fa capire che se un sacerdote non ha fede e non crede perfettamente in Gesù la sua benedizione non è valida, perché esso non crede realmente in Gesù, nel profondo del suo cuore.

Il racconto, dell’esorcista estraneo dice  “… non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome”  nessuno può benedire nel suo nome se non crede. 

Perché per far avvenire un miracolo o una benedizione ci vuole una grande fede, altrimenti nulla si compie.

 Poi dice: “e subito dopo possa parlare male di me”  se il miracolo si compie è opera del Signore che lo ha concesso, ma se la fede non c’è, non si compie nessun miracolo. Quindi nessuno potrebbe parlar male di Dio comunque sia, perché la responsabilità è sempre nostra, non di Dio.

Ma cos'è la fede, che fa muovere le montagne?.
La fede non è altro che la certezza della presenza perfetta di Dio in noi, espressa in noi verso Dio con tutto il nostro amore per Lui. Questa è la fede, cioè aver fiducia incrollabile che Gesù è sempre perfettamente presente in tutto ciò che esiste. Quando si chiede un miracolo si deve avere la certezza assoluta che si otterrà nel momento che si chiede quel miracolo, spesso la gente non sa chiedere, perché non ha fede, per questo non ottiene la grazia. Ed è per la stessa ragione che spesso è difficile liberare un posseduto dal demonio, perché in chi opera non sempre vi è perfezione di fede. La stessa cosa è per chi benedice, se la benedizione viene fatta senza credere in Gesù, essa non produce frutto! Cioè non c’è benedizione. 


Il problema semmai si pone nel fatto che nessuno o quasi può sapere cosa ci sia nell'intenzione di un soggetto se c’è fede; se fa la sua benedizione è per fede o per altro scopo.  Ma anche in questo possiamo avere un aiuto e dedurre dall'operato del soggetto se esso è veramente con Cristo o contro di esso, i soggetti più esposti sono i sacerdoti, che facendo omelie, ecc esprimono apertamente i loro pensieri, sia nel campo della fede che personali, da tutti  i loro pensieri si deduce da che parte si pongono questi soggetti, se seguono con perfezione la parola di Dio oppure se la seguono imperfettamente o addirittura contrariamente, in questo caso, la loro benedizione non vale.

Faccio esempio se un sacerdote bestemmia pubblicamente la madre di Dio, non direttamente con una vera bestemmia, ma in forma indiretta; se bestemmia Dio direttamente; se si oppone a Cristo stesso, in diverse forme e modi; se propone una dottrina diversa da quella di Gesù, o se mescola alla Fede di Gesù altre fedi, ecc, questo sacerdote benedice solo in suo nome e non certo in nome di Gesù, anche se pronunciasse il nome di Gesù, quello che conta è quello che si cela nel suo cuore, Dio guarda i sentimenti veri e puri.  Però potrebbe accadere che per qualche ragione sconosciuta Gesù conceda egualmente una benedizione, però la benedizione fatta da un “santo” è ben diversa da uno che non è Santo …. Come dire la benedizione fatta per mano di Dio, vale molto di più di quella fatta da qualsiasi essere umano.  Quindi è importante la santità di quell'essere umano. 

Per questo Gesù avrebbe preferito una chiesa come meno sacerdoti, ma Santi, piuttosto che un chiesa con tanti sacerdoti ma di santi quasi nessuno!!!!   

Come dire pochi ma buoni...

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Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!